«Parlateci di Bibbiano»: nell’estate del 2019, la destra trionfante — ancora per poco, visto che Salvini avrebbe presto perso il potere — tappezzava i muri delle le città italiane con adesivi e striscioni che ironizzavano sulle presunte responsabilità della sinistra in un caso giudiziario molto spinoso, avvenuto tra la cittadina di Bibbiano e la Val d’Enza, in Emilia-Romagna: quello di alcuni bambini allontanati dalle famiglie sulla base di perizie molto contestabili.

Su giornali anche autorevoli si sono lette le notizie più assurde, presto smentite ma oramai entrate nell’immaginario collettivo, come ad esempio l’utilizzo dell’elettrochoc da parte dei periti per alterare i ricordi. Via via che molte di quelle esagerazioni si sgonfiavano, a sinistra l’espressione “parlateci di Bibbiano” diventava una barzelletta, una sorta di Pizzagate italiano. Ma non doveva essere una barzelletta tanto comica se, due anni dopo, è effettivamente arrivata la prima condanna per quei fatti.

«Uno degli arrestati per inchiesta su torture a bambini inneggiava a Carola Rackete»: per quanto assurdo, si tratta di un vero titolo del Giornale del giugno 2019. Eppure contrariamente al Pizzagate o alle altre teorie cospirazioniste, a Bibbiano qualcosa era effettivamente accaduto, seppellito sotto strati e strati di propaganda politica.

L’errore di minimizzare

Lo dimostra la condanna in primo grado a quattro anni di carcere per lo psicoterapeuta Claudio Foti, titolare dello studio di cura Hansel & Gretel, che basava le sue perizie su una controversa tecnica per il recupero dei ricordi. E quindi aveva ragione la destra?

Non esattamente, visto il mare di assurdità con cui ha condito la faccenda, ma di certo non ha fatto una bella figura chi dall’altra parte ha continuato a minimizzare la gravità dei fatti di Bibbiano. 

Il problema è che, in questa storia, di Pizzagate sembrano essercene due, sovrapposti uno sull’altro: da una parte il teorema giudiziario secondo cui c’erano stati degli abusi satanici sui bambini; dall’altra il teorema secondo cui gli abusi erano stati deliberatamente inventati da magistrati e periti allo scopo di dare i bambini in affidamento. Sfortunatamente due psicosi opposte e complementari non si annullano a vicenda.

L’inchiesta giudiziaria di Bibbiano, intitolata “Angeli e demoni” con un gusto letterario che è tutto un programma, si ispirava esplicitamente a un’altra inchiesta, giornalistica questa volta, raccontata nel libro Veleno di Pablo Trincia, ovvero la storia di un gigantesco errore giudiziario che ha coinvolto varie famiglie non lontano, nella Bassa Modenese, sul finire degli anni Novanta.

“Si ispirava” è forse ancora troppo vago: diciamo che gli inquirenti sembravano prendere di peso le tesi di Trincia e cercavano di dimostrare che a Bibbiano fosse accaduta la stessa cosa. E in effetti c’erano molte somiglianze.

Non smettere di parlare

Trincia aveva sollevato il velo su un drammatico caso di malagiustizia: madri e padri si erano fatti sottrarre i figli sulla base di accuse implausibili di satanismo.

Responsabili erano gli psicologi che nel condurre le loro perizie hanno pesantemente influenzato i bambini, portandoli a raccontare abusi mai avvenuti. Un caso simile a tanti altri, da Outreau in Francia a Rignano Flaminio in Italia, passando da numerosi altri in America.

Complotto di magistrati, periti, politici locali? Più realisticamente, si è trattata di una drammatica serie di errori e di proiezioni paranoiche, alimentati da una fiducia cieca nella macchina giudiziaria e nelle metodologie degli psichiatri.

Nello spostare il complotto dalle famiglie alle istituzioni, la psicosi giustizialista di chi contestava gli affidamenti ha in qualche modo seguito la stessa logica della psicosi giustizialista di chi decideva gli affidamenti. Insomma è come se la società, per emendare il suo primo errore, non avesse trovato di meglio che farne un secondo esattamente identico e speculare.

Se non erano satanici i genitori, dovevano esserlo coloro che li avevano accusati. Insomma si è opposto al teorema un contro-teorema, in una progressione giustizialista infinita. La verità ha iniziato a venire a galla, delle famiglie distrutte stanno iniziando a ottenere giustizia: ma a che prezzo.

Non bisogna smettere di parlare di Bibbiano, dove una potente macchina impazzita ha iniziato a frantumare famiglie su scala industriale. Ma nel farlo bisogna evitare a ogni costo di ridurre la banalità del male alla trama di un cattivo romanzo.

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