- La conferenza stampa del presidente russo sulla crisi ucraina è una frecciata agli Usa ma anche una conferma, a parole, della «disponibilità al dialogo». Per l’Europa, il «dialogo» si traduce in una miriade di telefonate e incontri che portano tutti a Vladimir Putin.
- A parte un nocciolo duro di paesi dell’Europa orientale come la Polonia, che fanno muro contro le ambizioni espansionistiche russe, i leader europei sono presi ciascuno dal lavoro di tessitura negoziale a tu per tu con il Cremlino. Dopo che l’Ue è stata sostanzialmente messa ai margini da Russia e Stati Uniti, adesso che la via diplomatica è aperta, il Cremlino intraprende dialoghi bilaterali con i paesi europei più disponibili al compromesso.
- Il pontiere per eccellenza della Russia in Europa è Viktor Orbán, che infatti era allo stesso tavolo con Putin al Cremlino. Ma anche Mario Draghi dialoga con Mosca, e lo fa intensamente Emmanuel Macron, primo sostenitore della «linea diretta» con la Russia.
«Le principali preoccupazioni della Russia sono state ignorate», è il messaggio lanciato martedì sera a Stati Uniti e Nato da Vladimir Putin in conferenza stampa. «Gli Stati Uniti vogliono trascinarci in una guerra sull’Ucraina che noi non vogliamo», e poi: «Siamo disponibili al dialogo». «Continuiamo il dialogo sostanziale», è a sua volta l’invito di Washington a Mosca. Per l’Europa, il «dialogo sostanziale» si traduce in una miriade di telefonate e incontri che portano tutti a Vladimir Putin.



