Poche ore prima che la Russia dichiarasse guerra all’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha riunito i membri del suo stato maggiore nel grande salone dell’ordine di santa Caterina del Cremlino per riconoscere l’indipendenza delle repubbliche ucraine del Donbass. Quella scena l’abbiamo vista tutti, ed è stata agghiacciante. Putin è seduto a un piccolo tavolo su un lato dell’enorme salone circolare, bianco e ornato di grandi colonne, e sul lato opposto, lontanissimi, stanno seduti i suoi sottoposti, uno distante dall’altro.

Per primo prende la parola Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri russi, che dice: «Credo che ai nostri partners occidentali andrebbe data un’ultima chance, e nel peggiore dei casi dovremmo prendere la decisione che stiamo discutendo ora». Putin gli ribatte accigliato: «In che senso nel peggiore dei casi? Dovremmo ricominciare a trattare? O riconoscere la sovranità?».

Naryskin tentenna e Putin lo incalza: «Parla chiaro!». Il capo dell’intelligence risponde balbettando: «Sosterrò il riconoscimento delle repubbliche», ma Putin insiste, beffardo: «Lo sostieni o lo sosterrai? Sii chiaro!».

«Lo sosterrò», mormora Naryskin. E Putin, ancora: «Ma dimmi solo sì o no!». L’altro, sempre più timoroso, mormora: «Sostengo la proposta di far entrare le repubbliche di Donetsk e Luhansk nella Federazione Russa».

Con un ghigno di disgusto sul volto, Putin non molla: «Ma non parliamo di questo, non stiamo discutendo di questo. Noi stiamo parlando di riconoscere la loro indipendenza. Sì o no?». E alla fine il capo delle spie capitola: «Sì, condivido la proposta di riconoscere la loro indipendenza». «Grazie, puoi tornare al tuo posto!», conclude Putin.

L’immagine pubblica

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Un leader lucido, di solito freddo, anzi glaciale, e attento alla sua immagine pubblica come Putin avrebbe mai permesso che il mondo intero assistesse a uno spettacolo del genere? No. Umiliando così, in mondovisione, il capo dei servizi segreti, uno degli uomini più importanti dello stato, Putin voleva mostrare a tutti di essere un capo sicuro di sé e dal pugno di ferro, uno zar assoluto, e invece ha ottenuto l’effetto contrario.

Putin è apparso un monarca irascibile che non tollera il minimo dissenso e non si fida di nessuno, nemmeno dei suoi fedelissimi, i quali probabilmente, anziché rispettarlo, lo temono. Tutti hanno potuto vedere coi loro occhi che Putin è un leader tormentato dal sospetto, chiuso nella sua solitudine, e perciò debole. Perché ha commesso una leggerezza del genere?

Alcuni sostengono che Putin negli ultimi tempi sia diventato impaziente, impulsivo e irrazionale perché, giunto alla soglia dei settant’anni, sente che i suoi anni di potere stanno volgendo al termine; altri dicono che sia malato, e che la malattia lo abbia cambiato.

Cambio di aspetto

Non è la prima volta che succede, in Russia. Nel 1927 Stalin cominciò a dare segni di squilibrio, e i membri del Politburo convocarono il grande neurologo di Pietroburgo Vladimir Bechterev per visitarlo: alla fine, sentenziò che era affetto da paranoia, ma poi pagò con la sua vita quella che fu la sua ultima diagnosi. Molti cominciano a sospettare che anche Putin sia affetto da una malattia grave.

Negli ultimi tempi, Putin ha cambiato aspetto. Lui, che amava farsi fotografare a torso nudo per mostrare il fisico asciutto, ora è decisamente ingrassato. Il suo volto è ingrossato e si è fatto più tondo, specie sulle guance: confrontate il suo viso di adesso con le foto di qualche anno fa.

Un viso simile al suo, detto facies lunare, è tipico di chi assume alte dosi di steroidi, che sono farmaci dal potente effetto anti infiammatorio e immunodepressivo usati nella cura di certe malattie autoimmuni o certi tipi di cancro, come quello della prostata.

Gli steroidi danno pesanti effetti collaterali: indeboliscono le difese immunitarie, perciò chi li assume è più esposto alle malattie infettive, si ammala più facilmente e ha spesso la febbre e la tosse; e possono modificare il comportamento e l’umore rendendo un individuo volubile e aggressivo. Ad alte dosi, possono provocare confusione mentale e alterazioni del pensiero.

Nel novembre del 2020, durante un incontro col ministro delle Finanze trasmesso in diretta tv, Putin, che appariva fragile e stanco, ebbe un attacco di tosse interminabile, che poi fu tagliato in montaggio. Il Cremlino commentò: «Il presidente sta benissimo».

Secondo Fiona Hill, consulente anziana della Casa Bianca sulla Russia, «Putin non ha un bell’aspetto». La Hill, che ha incontrato Putin più di una volta, ha detto: «Adesso ha una strana faccia tonda che prima non aveva. Si sa che soffre di mal di schiena: forse prende steroidi per questo, o per qualcosa di più grave. Però mi sembra chiaro che dietro questa invasione ci sia una fretta che potrebbe essere dovuta a motivi personali».

Terrorizzato dal Covid

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Chi assume steroidi ha un rischio più alto di ammalarsi di Covid in maniera grave: non è un mistero che Putin, che pure è vaccinato, abbia il terrore di essere infettato dal coronavirus, e per questo ha vissuto per mesi segregato in una bolla, evitando ogni contatto con esseri umani.

Il distanziamento sociale è la sua ossessione. Quando il presidente francese Emmanuel Macron gli ha fatto visita, Putin lo ha costretto a sedere all’estremità opposta di un tavolo lungo cinque metri. Durante il meeting al Cremlino, i membri del suo stato maggiore sono costretti a sedere a dieci metri da lui.

Prima di essere ammessi alla sua presenza, molti politici e uomini d’affari, e persino alcuni membri del suo staff sono stati costretti a passare due settimane di quarantena in hotel. Si vocifera che chi entra nel suo ufficio debba prima percorrere un corridoio lunghissimo dove viene spruzzato con disinfettante.

Molti sospettano che Putin prenda queste precauzioni estreme perché è malato o immunodepresso. Però, poche settimane fa ha stretto la mano al presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che non è vaccinato, anche se prima lo ha costretto a sottoporsi a tre tamponi, per assicurarsi che fosse negativo.

Non è più lui

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Marco Rubio, senatore del partito repubblicano Usa, pochi giorni fa ha affermato: «Il presidente Putin ha qualcosa che non va». Rubio è il membro anziano della commissione servizi segreti del Senato, e perciò può avere accesso a documenti riservati dell’intelligence.

Il senatore Rubio ha poi chiarito: «Per ora, non posso dire di più, ma è ovvio che Putin non è più lui. È sempre stato un killer, ma adesso il suo comportamento è cambiato in maniera significativa. È chiaro che ha qualche problema neurologico o di salute».

Anche i francesi hanno qualche sospetto. Un alto membro della delegazione del presidente Macron che lo visto a febbraio, ha affermato che «Putin non è più quello che ha incontrato Macron due anni fa». Appariva molto più rigido e ideologico, e «sembrava fuori di testa».

Due anni fa, Valery Solovei, ex storico dell’istituto statale di relazione internazionale di Mosca, rivelò che Putin soffriva di morbo di Parkinson ed era malato di cancro, per il quale era stato operato all’addome. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov commentò: «Sono tutte sciocchezze», però Solovei fu costretto alle dimissioni, venne interrogato a lungo, e poi messo in galera.

Le voci sul cattivo stato di salute del presidente Putin si susseguono. Pochi giorni fa, lo speaker della Camera degli Usa Nancy Pelosi ha affermato: «Ho discusso con alcuni capi di Stato che hanno incontrato il presidente Putin. La loro non è una diagnosi, ma alcuni dicono che ha il cancro, altri che ha la mente annebbiata dal Covid, altri che è come un toro impazzito».

Anche la fretta con cui Putin sta agendo ora è strana. Nel 2008 aveva invaso la Georgia, e solo sei anni più tardi aveva annesso la Crimea, un’altra piccola fetta di terra. Nel 2021 ha modificato la costituzione in modo da poter restare al potere fino al 2036. Adesso sembra che abbia fretta di invadere un territorio sterminato come l’Ucraina in pochi giorni. Decisamente, c’è qualcosa che non va.

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