La strategia del Cremlino di temporeggiare sulla tregua e non lasciar fiato agli ucraini non esclude che i contatti diplomatici con gli Usa stiano proseguendo ad alti livelli in vista di un possibile summit dei due presidenti entro giugno. Al tempo stesso, si tratta di “cogliere l’attimo” favorevole alla Russia. Intanto il Cremlino dà ordine ai media di non parlar male del tycoon
In attesa di una telefonata tra il presidente Vladimir Putin e il suo omologo americano, Donald Trump, per approfondire il discorso sulle condizioni del cessate il fuoco poste dal Cremlino, su cui l’amministrazione presidenziale americana continua ad esprimere un cauto ottimismo, l’inviato degli Usa a Mosca, Steve Witkoff, ha ribadito alla Cnn che continua l’impegno di Washington «per avere conversazioni con gli ucraini» e colmare «il divario tra le due parti».
La strategia del Cremlino di temporeggiare sulla questione non esclude, infatti, che i contatti diplomatici stiano proseguendo ad alti livelli per definire anche l’eventualità di un incontro dei due presidenti entro giugno. È chiaro che la situazione sul campo, momentaneamente a vantaggio dei russi nel Donbass e a Kursk, implica per il presidente Putin la necessità di procrastinare la decisione sul cessate il fuoco in attesa anche di altre condizioni dirimenti per sedersi attorno ad un tavolo.
Lo schema del Cremlino
Nello schema del Cremlino una “pausa” sul piano militare non deve consentire all’esercito ucraino di riprendere fiato e nemmeno essere considerata un mero episodio sporadico. La fine delle ostilità di un mese deve essere seguita immediatamente dal tavolo di trattativa e accordo finale sul conflitto «tale da portare ad una pace a lungo termine e affrontare le cause di fondo del conflitto», secondo l’affermazione del presidente Putin.
È plausibile ritenere che se la telefonata tra i due presidenti avrà luogo, una situazione da risolvere per il Cremlino sarà la questione dell’illegittimità del presidente ucraino, Volodomyr Zelensky, e, quindi, la richiesta di indire elezioni presidenziali in Ucraina entro l’estate.
Come è noto, per Mosca, il rinvio delle elezioni presidenziali dal gennaio 2024 a causa della legge marziale, prorogata più volte da Zelensky, costituisce “IL” problema politico che a Mosca intendono risolvere in previsione della possibilità che un nuovo presidente ucraino possa avere un atteggiamento più favorevole verso la Russia e sostenga la neutralità dell’Ucraina nel medio e lungo termine.
Posto che un candidato simile esista nel panorama politico ucraino e che riesca a vincere, (anche con qualche interferenza russa), le altre condizioni sostenute da Mosca per la fine del conflitto non lasciano presagire nulla di buono per Kyiv, non solo nei termini di una “pace giusta” o “possibile”, ma soprattutto, non è detto che sarà anche “durevole” nel tempo, oltre la scadenza, ad esempio, della legislatura di Trump nel 2028.
La popolarità di Donald (in Russia)
Nel frattempo, l’istituto indipendente Levada Center, inserito nella lista degli “agenti stranieri”, lo scorso 13 marzo ha pubblicato i risultati di un’inchiesta sociologica, volta ad esplorare l’atteggiamento dell’opinione pubblica russa nei confronti degli Stati Uniti e del presidente Trump. Sebbene la metà dei rispondenti abbia ancora un giudizio “molto negativo” (21 per cento) e “per lo più negativo” (30 per cento) dell’America, l’atteggiamento è nettamente migliorato con un incremento di 14 punti percentuali da settembre 2024.
Anche in questo caso, la variabile discriminante è l’età: il 40 per cento dei giovani under 24, antiputinisti, che usano i social come fonti di informazione sono più favorevoli agli Usa rispetto al 52 per cento degli intervistati over 55, residenti a Mosca e sostenitori del presidente Putin, che guardano la televisione.
Per quanto riguarda le relazioni tra Russia e Stati Uniti, il 63 per cento del campione le valuta negativamente, anche se da maggio 2021 vi è stata una diminuzione di 21 punti percentuali, ma una persona su tre le considera ancora “fredde”, un quarto “tese” e il 6 per cento “ostili”.
Il 51 per cento dei rispondenti valuta positivamente Trump rispetto al 79 per cento che esprime una valutazione negativa su Joe Biden; da gennaio 2021 l’opinione nei confronti di Trump è migliorata di 26 punti percentuali, apprezzando i suoi tentativi di fermare il conflitto ucraino - «c’è speranza che la guerra finisca/promuova la pace tra Russia e Ucraina» (29 per cento) - di stabilire relazioni amichevoli con la Russia - «ripristina i legami e cancella le sanzioni» (26 per cento) -, e per le sue qualità umane quali “è un uomo d’azione, un buon politico, un vero uomo (15 per cento), «intelligente, sobrio, adeguato, migliore del precedente presidente» (13 per cento).
Le opinioni negative su Trump riguardano la mancanza di fiducia (15 per cento), «è contro la Russia, non ha fatto nulla per noi» (12 per cento), ed è «imprevedibile, non equilibrato, un clown» (7 per cento). Cresce, invece, il numero di coloro che credono che i rapporti con la Russia sotto la presidenza Trump non cambieranno (34 per cento), ma peggioreranno (8 per cento).
Colti di sorpresa
L’operato di Trump sulla guerra in Ucraina e la ripresa di un dialogo con il Cremlino confermano, quindi, le aspettative positive che gli intervistati avevano espresso nei mesi precedenti, mentre un recente articolo rivela alcune anonime indiscrezioni che esponenti del mondo degli affari e delle élite russe avrebbero rilasciato a The Moscow Times. Il disgelo tra Russia e gli Usa ad opera di Trump avrebbe, infatti, colto di sorpresa gli ambienti moscoviti a tal punto da dover interrompere la narrazione mainstream della propaganda russa secondo la quale i «leader europei continuano a sostenere l’Ucraina, contraddicendo anni di propaganda del Cremlino che ha inquadrato il continente come un’estensione dell’influenza degli Stati uniti».
Non solo. Adattandosi alla “mutevole realtà” di queste settimane, il Cremlino avrebbe ordinato ai media russi di evitare «qualsiasi gesto offensivo nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti».
In sostanza, il presidente Putin cercherà di “cogliere l’attimo” che lo stile di leadership e la strategia politica di Trump offriranno alla Russia, ma è bene tener presente che siamo solamente all’inizio di una partita a scacchi dall’esito non del tutto scontato, considerata l’imprevedibilità dei due giocatori.
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