A un anno di distanza dall’assedio del Campidoglio sappiamo che la folla che fece irruzione nella sede del Congresso americano, rispondendo di fatto a una chiamata del presidente uscente Trump, era composta da diverse anime.

Inquirenti ed esperti stanno esaminando meticolosamente i profili degli oltre 700 individui che sono stati incriminati finora per quell’evento clamoroso, nell’ambito di quella che si presenta come la più ampia indagine federale nella storia degli Stati Uniti. I rivoltosi venivano da luoghi diversi del paese e avevano affiliazioni differenti: alcuni appartenevano sicuramente a milizie e gruppi di estrema destra, come Proud Boys e Three Percenters, ma altri erano cittadini apparentemente comuni, di età compresa tra i 18 e gli 81 anni.

A unirli era l’idea che l’elezione di Joe Biden non fosse legittima. L’assedio del Campidoglio può essere visto come il culmine violento di una lunga campagna di feroce demonizzazione dell’avversario politico e dei principali organi di stampa. L’ultima di queste iniziative di discredito e falsificazione aveva riguardato la stessa elezione presidenziale del 2020, con la tesi, sostenuta fortemente dallo stesso Trump, del “furto” della votazione tramite presunti brogli e interferenze, mai dimostrati.

Il contesto complottista

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Non è raro che menzogne di questa sorta siano inserite in più vaste teorie del complotto. Nel caso dell’assalto al Campidoglio, un ruolo di primo piano è stato giocato da QAnon, un intricato amalgama di varie narrazioni complottiste.

Riprendendo fantasie e suggestioni precedenti, QAnon è apparsa nell’ottobre del 2017 su 4chan, una piattaforma online già nota per ospitare posizioni assai controverse ed estreme; su quel sito un profilo anonimo, denominato semplicemente Q, ha dichiarato di essere un esponente di alto livello dell’apparato statale americano pronto a diffondere informazioni classificate, a fin di bene. Sulla base di queste presunta posizione privilegiata, mai verificata, Q ha plasmato una rappresentazione secondo la quale l’allora presidente Trump sarebbe stato segretamente impegnato a combattere una battaglia contro una perversa élite globale formata da politici (come Hillary Clinton e Obama), uomini d’affari (come Soros), funzionari governativi, giornalisti e persino attori di tendenze progressiste.

Secondo Q, questa ristretta cerchia di persone, che controllerebbe di fatto anche i gangli dello stato (il cosiddetto deep state), sarebbe anche dedita ad abusi rituali satanici: migliaia e migliaia di bambini sarebbero clandestinamente sequestrati, nascosti in luoghi sotterranei, abusati sessualmente e subirebbero anche il prelievo dell’adrenocromo, un composto organico che produrrebbe effetti psichedelici. In questa visione manichea, Trump ha rappresentato la figura eroica in grado di sconfiggere questa “cabala” di potenti pedofili satanisti, in una tempesta finale.

QAnon chiaramente riprende e amalgama una varietà di fantasie del complotto di lunga data: la storia dell’adrenocromo, per esempio, ricorda la cosiddetta accusa del sangue contro gli ebrei, l’infondata calunnia antisemita che ha quasi mille anni di storia. D’altra parte, un elemento di novità è costituito dalla natura interattiva e partecipativa di questa ampia teoria del complotto: approfittando di mezzi di comunicazione moderna come i social network, i sostenitori di QAnon sono spronati a commentare e interpretare i quasi cinquemila messaggi, spesso criptici, che finora Q ha disseminato su internet (le cosiddette Q-drops) e le discussioni che ne derivano.

Come in tutte le altre teorie del complotto di vasta portata, tutto appare intenzionale e tutto appare collegato, in quanto parte di un piano segreto. In un’epoca di populismi radicali al potere, non sorprende poi che l’allora presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente del mondo, non facesse parte di questa potentissima élite occulta, ma anzi fosse chiamato a sconfiggerla con il sostegno dei cittadini comuni.

Il numero effettivo di aderenti a QAnon non è noto. Alcune indagini preliminari hanno tuttavia offerto indicazioni allarmanti: secondo alcuni sondaggi condotti nel 2020 e nel 2021 il 15 percento circa dei cittadini americani riterrebbe fondato l’assunto della spaventosa cerchia di pedofili satanisti che sta al centro della galassia di QAnon.

Di sicuro, a partire dal 2018, i sostenitori di QAnon hanno iniziato ad affollare i comizi elettorali di Trump, ostentando in pubblico il simbolo della “Q” che identifica il movimento. Nel corso del 2020 QAnon si è espansa ulteriormente e si è legata ad altre teorie del complotto o fake news, come quelle sull’origine del coronavirus e sull’efficacia delle vaccinazioni. Da parte sua, Trump si è guardato dallo sconfessare pubblicamente questa bizzarra narrazione che lo celebrava come un eroe di carattere quasi messianico.

Oltretutto, negli ultimi mesi oltre 40 candidati politici americani hanno espresso il proprio sostegno per QAnon nel corso di campagne elettorali di livello nazionale, talora coronate anche da successo. Vale la pena di menzionare, in particolare, il caso di Marjorie Taylor Greene, politica di estrema destra ben nota per le sue posizioni complottiste, eletta alla Camera nel 2020 tra le file del Partito repubblicano; peraltro, proprio pochi giorni fa, Twitter, dopo alcuni avvertimenti, ha deciso di sospendere a tempo indeterminato il profilo personale di Greene per aver diffuso informazioni false contro i vaccini.

Dalla fantasia al terrore

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Negli Stati Uniti QAnon è stata associata a una varietà di azioni illegali e persino violente. Inoltre, nel maggio 2019, per la prima volta, l’Fbi in un documento interno ha identificato le teorie cospiratorie come fonte di minacce terroristiche interne, menzionando espressamente QAnon.

Questa teoria del complotto ha costituito anche una forza trainante dietro l’assedio al Campidoglio. Tra l’altro, al movimento di QAnon apparteneva il volto più noto tra i rivoltosi del 6 gennaio, il cosiddetto Sciamano (Jake Angeli, pseudonimo di Jacob Anthony Angeli Chansley) che ha fatto irruzione nell’aula del Senato americano indossando un vistoso copricapo di pelliccia con tanto di corna. A novembre 2020, Angeli è stato condannato a 41 mesi di reclusione.

La sconfitta elettorale di Trump e il fallimento dell’insurrezione del 6 gennaio hanno costituito una forte battuta d’arresto per QAnon. Lo stesso profilo anonimo di Q non posta più messaggi su internet dall’8 dicembre 2020. Una parte dei seguaci ha persino deciso di abbandonare il movimento.

Nondimeno, QAnon non è scomparsa. Al contrario, è riuscita a reinventarsi, ridimensionando di fatto il ruolo assegnato a Trump nella sua narrazione; inoltre, senza l’intervento di Q, il movimento si è fatto ancora più articolato e frammentato. Dello spirito originario rimane invece lo sforzo per resistere a qualsiasi tentativo di confutazione.

In questa direzione, numerosi seguaci o simpatizzanti di QAnon sono arrivati a ribaltare il senso stesso dell’assedio del Campidoglio, pur di non mettere in discussione le proprie credenze: nella loro interpretazione, l’azione sovversiva del 6 gennaio sarebbe stata un’operazione “sotto falsa bandiera” (false flag), inscenata dal deep state, con tanto di attori prezzolati e/o di militanti Antifa (antifascisti) appositamente travestiti, con l’obiettivo deliberato di screditare il movimento.

Di certo negli Stati Uniti QAnon appare ancora piuttosto vitale e potrebbe persino giocare un ruolo non trascurabile nelle elezioni di midterm di quest’anno. In aggiunta, pur essendo una teoria del complotto con evidenti radici negli Stati Uniti, QAnon si è diffusa anche in decine di altri paesi, tra cui Germania, Francia, Gran Bretagna, Giappone e, in misura minore, la stessa Italia. La sua retorica estremistica, diffusa ora in più lingue, ha avuto ripercussioni anche fuori dalla sfera virtuale del web. Per esempio, ad aprile 2020 una sostenitrice francese di QAnon ha fatto sequestrare la figlia di otto anni, affidata ai servizi sociali, da un gruppo di aderenti al movimento, che la donna aveva conosciuto su internet.

L’anniversario dell’assalto al Campidoglio rappresenta quindi anche un monito sui pericoli reali posti dalle teorie del complotto estremistiche che agitano i nostri tempi.

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