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Quanto costa davvero il lavoro nel “rinascimento” di Renzi

A Bengali worker cuts a brick while working on a mosque, as a giant Saudi flag billows in the background, at King Abdullah Square, in Jiddah, Saudi Arabia, Thursday, Jan. 28, 2021. An Islamic creed reads, \\\"there is no deity except God, and Muhmmad is the messenger of God.\\\" (AP Photo/Amr Nabil)
A Bengali worker cuts a brick while working on a mosque, as a giant Saudi flag billows in the background, at King Abdullah Square, in Jiddah, Saudi Arabia, Thursday, Jan. 28, 2021. An Islamic creed reads, "there is no deity except God, and Muhmmad is the messenger of God." (AP Photo/Amr Nabil)

A lavorare in Arabia Saudita sono soprattutto gli stranieri, che entrano nel paese con uno sponsor. Peggio ancora la condizione delle donne, esposte agli abusi psicologici, fisici e sessuali dei “padroni”, pochissimi dei quali riconosciuti e condannati dai tribunali con solo dei risarcimenti esigui 

 

  • Il 76 per cento circa della forza lavoro impiegata in Arabia Saudita è composto da lavoratori stranieri. E a parte qualche migliaio di manager, i lavoratori stranieri provengono quasi tutti da India, Bangladesh e Filippine.
  • L’Arabia Saudita - anche con operazioni come quella che ha avuto protagonista Renzi - sta provando in ogni modo a rifarsi un look nuovo e riformista.
  • Le donne lavoratrici straniere si ritrovano ad avere uno sponsor che ha su di loro infiniti poteri senza avere alcun diritto né come lavoratrici né in quanto individui.

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