- Ogni volta che Joudah torna a casa la sera, per sua madre è una sorta di miracolo. «Vivo con la paura che un giorno mi dicano che mio figlio è stato accoltellato o spinto sotto un treno o picchiato a sangue o arrestato dalla polizia perché è omosessuale», racconta in lacrime.
- Nel Maghreb, nemmeno le primavere arabe, che nel 2011 hanno portato un forte vento di cambiamento in tutta l’area, sono riuscite a smantellare le leggi che risalgono al periodo coloniale e che criminalizzano l’omosessualità.
- Il reportage da Tunisi, che andrà in onda anche in tv su Rai3 lunedì 18 luglio alle 23:15.
Repressione, carcere e torture. La Tunisia non è un paese per gay
18 luglio 2022 • 06:00Aggiornato, 18 luglio 2022 • 09:40