Nel corso di un colloquio con David Letterman nel suo programma su Netflix, registrato a ottobre, il presidente dell’Ucraina ha risposto al conduttore che gli chiedeva se la guerra sarebbe continuata nel caso di morte di Vladimir Putin per «un brutto raffreddore o per un’accidentale caduta da una finestra».

Per Zelensky «un regime autoritario non si può permettere che uno solo abbia il controllo su tutto. Perché, quando lui viene a mancare, le istituzioni si fermano». E quindi, se Putin morisse, «non ci sarebbe la guerra».

Ma dopo più di 300 giorni la guerra non accenna a fermarsi. Kiev è bombardata, più del 20 per cento del territorio ucraino è sotto controllo russo e il numero dei morti è dell’ordine delle decine di migliaia.

Un paese fiaccato

Secondo stime del Fondo monetario internazionale il reddito nazionale, che a ottobre era calato del 35 per cento, scenderà ulteriormente riducendosi probabilmente al 50 per cento all’inizio del 2023.

La distruzione delle infrastrutture è pesante. Secondo stime compiute a settembre, il danno alle infrastrutture è pari a 349 miliardi di dollari, circa il doppio del prodotto interno lordo ucraino prima della guerra.

Nelle ultime settimane i missili e i droni russi hanno colpito il 40 per cento delle infrastrutture energetiche ucraine lasciando 4 milioni e mezzo di cittadini ucraini senza elettricità. L’80 per cento degli abitanti non ha l’acqua. L’Ucraina si sta spopolando. Sette milioni di cittadini sono emigrati, mentre altri sei hanno dovuto cambiare il loro luogo di residenza.

Le difficoltà russe

Anche gli aggressori russi sono in grave difficoltà. La guerra ha dimostrato non la forza dell’esercito russo, ma la sua debolezza, mettendo in evidenza difetti logistici e organizzativi.

Vi è stata, da parte di Mosca, una totale sottovalutazione della consistenza e preparazione dell’esercito ucraino, una errata valutazione della compattezza della popolazione del paese così come del sostegno militare e finanziario da parte dell’occidente.

È una guerra che per adesso nessuno sembra in grado di vincere, con i contendenti che sono ormai a corto di munizioni per l’artiglieria.

Aiuti economici all’Ucraina durante la guerra (Fonte: Y. Gorodnichenko)

Pace impossibile?

In questa situazione, con il crescente impatto della guerra sulla popolazione civile, è praticamente impossibile che si possa raggiungere non solo la pace, ma probabilmente anche una tregua accettata da tutte due le parti.

È quasi impossibile che la Russia ceda i territori conquistati ed è anche poco probabile che l’Ucraina riceva gli aiuti desiderati dai paesi occidentali per ricostruire il paese sia nella parte industriale che infrastrutturale.

I paesi che fino a ora hanno fornito maggior sostegno finanziario, principalmente a scopo militare, sono stati gli Usa (8,5 miliardi di euro erogati, 15 promessi), l’Unione europea  (3,5 miliardi erogati, 12,5 promessi), Canada (1,5), Inghilterra (0,5).

Dirigenti ucraini hanno parlato della necessità di cinquecento miliardi di dollari di aiuti, più del doppio del reddito nazionale. Il Centre for Economic Policy Reseach di Londra ha recentemente pubblicato un lungo rapporto (Rebuilding Ukraine: principles and policies) in cui diversi economisti, giuristi ed esperti definiscono i punti chiave per la ricostruzione dell’Ucraina che a loro parere dovrebbe iniziare addirittura da subito, in piena guerra.

L’obiettivo indispensabile sarebbe non soltanto di riportare il paese al suo stato prima della guerra, ma di realizzarne una profonda modernizzazione, fondamentale per rendere possibile un futuro ingresso nella Ue.

Questa modernizzazione, indispensabile secondo gli autori per trasformare l’Ucraina in una piena democrazia, con istituzioni forti e una moderna economia, dovrebbe includere riforme istituzionali, politiche anti corruzione, la ristrutturazione e lo sviluppo di un settore finanziario ecc.

La ricostruzione

A parte la evidente difficoltà di una ricostruzione mentre ancora si spara, questo processo richiederebbe interventi finanziari enormi.

I paesi europei, insieme agli alleati occidentali, saranno disposti a concedere un aiuto finanziario così consistente, ben superiore a quello già concesso per i soli aiuti militari? Solamente una pace stabile e duratura e uno stato ucraino con confini definiti potrebbe rendere tutto questo almeno ipotizzabile.

Ma la pace stabile è di là da venire così come per ora anche solo una tregua o un armistizio. E i rapporti fra i due paesi rimarranno a dir poco molto difficili per l’avvenire con il portato di odio e inimicizia che la guerra ha creato.

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