- C’è la pretesa iperbolica che lo sport possa risolvere i dissidi tra due popoli in guerra, che una racchetta salverà in mondo. Gettando un peso insostenibile sulle spalle di ragazzi da cui si pretendere il coraggio che manca agli attori del conflitto.
- Un gesto d’amicizia costerebbe loro l’accusa di intelligenza con il nemico, il bollino infamante di essere delle quinte colonne. E dovrebbero affrontare l’ostracismo in casa propria a causa della propaganda nazionalista
- Nelle guerre, in tutte le guerre, non c’è spazio per la dialettica, ma solo per il dualismo noi-loro. Ed è troppo facile soddisfare il nostro bisogno di eroi stando comodamente seduti davanti alla tv
Il Roland Garros è la prosecuzione della guerra con altri mezzi
06 giugno 2023 • 20:29Aggiornato, 06 giugno 2023 • 20:29