- In Crimea è basata sin da metà Settecento la principale flotta navale russa, fondata dal generale Potemkin; Khrushev aveva regalato la Crimea alla Ucraina quando l’appartenenza a una repubblica o all’altra non faceva molta differenza, ma la fine dell’Unione Sovietica ha cambiato le carte in tavola.
- Per vendicarsi delle repubbliche secessioniste fomentate dai russi, ora gli ucraini stanno assetando la Crimea, chiudendo la fornitura di acqua che passa da un canale di fabbricazione sovietica.
- Sin dai tempi di Caterina la Grande, in gioco c’è l’accesso al Mar Morto, e alle rotte marittime che uniscono in modo più breve Mediterraneo e porti asiatici.
Domanda provocatoria: ma se Nato e occidente tengono al “diritto all’autodeterminazione dei popoli” al punto da bombardare i palazzi di una nobile (anche se politicamente scomoda) capitale come Belgrado per aiutare il piccolo, coraggioso (e islamico) Kosovo a diventare indipendente, come mai l’occidente condanna la piccola e coraggiosa Crimea quando si vuole staccare dalla nobile e ugualmente sgomitante Ucraina, a cui era stata appiccicata dal partito comunista sovietico nel 1954 quasi per erro



