Il conflitto tra Ucraina e Russia si avvicina pericolosamente al confine polacco, stato membro dell’Alleanza atlantica dove, nel 1939, dopo l’aggressione nazista, è iniziata la Seconda guerra mondiale. Succede mentre alla Bbc, la televisione pubblica britannica, va in onda da Vilnius, in Lituania, un dibattito solo pochi giorni fa semplicemente impensabile. Il titolo è inquietante: Chi sarà il prossimo? I paesi baltici?.

Nella notte fra  sabato e domenica gli aerei russi hanno colpito con 30 missili da crociera una base di addestramento militare a Yavoriv, provocando 35 morti e 150 feriti.

Tra di loro secondo il quotidiano olandese De Telegraaf, che cita il coordinatore nazionale dei Paesi Bassi della legione straniera, Gert Snitselaar, ci sarebbero anche dei cittadini olandesi affiliati alla legione dei combattenti esteri. Ma l’ambasciata olandese non ha confermato.

La versione russa

Il raid «ha ucciso mercenari stranieri e distrutto armi straniere» ha affermato il ministero della Difesa di Mosca. La base, dove solo un mese fa erano dislocati gli addestratori americani poi ritirati dal presidente Joe Biden, è collocata a soli 25 chilometri dal confine polacco.

La Russia aveva avvertito che le spedizioni di armi erano «bersagli legittimi». Una provocazione? Un segnale comunque che il Cremlino sta arrivando vicinissima al territorio sotto la protezione della Nato sfidando la “linea rossa” invalicabile tracciata dagli Usa che anche oggi, attraverso il portavoce del Pentagono, John Kirby, hanno ribadito che «il territorio Nato sarà difeso, non solo dagli Stati Uniti, ma da tutti gli alleati».

Rischio escalation

Cosa potrebbe succedere se un missile russo dovesse per “errore” colpire il territorio polacco? Se Putin usasse le armi chimiche, la cosa potrebbe portare a un intervento diretto della Nato, ha avvertito il presidente polacco Andrzej Duda.

E la stessa Casa Bianca aveva avvertito Mosca che, dovesse accadere, pagherebbe un «prezzo alto». Il presidente Vladimir Putin evidentemente sta cercando di “vedere”, da consumato giocatore di poker, la reale disponibilità della Nato a reagire e fino a che punto. Ma così facendo rischia di trasformare un conflitto per “procura” in un possibile scontro diretto tra le forze russe e quelle dell’Alleanza atlantica.

Ucciso un giornalista americano

In questo quadro confuso Brent Renaud, un video operatore americano freelance, è stato ucciso a Irpin, a nord di Kiev. Il capo della polizia di Kiev Andrei Nebitov ha spiegato che i russi hanno sparato alla sua auto, ferendo un collega.

Immediata la replica di Washington, che ha parlato di morte scioccante e orribile. Per ragioni di sicurezza, dopo quanto accaduto il sindaco di Irpin ha bloccato l’accesso ai giornalisti.

Intanto le sirene hanno risuonato sabato notte in quasi tutte le province dell'Ucraina, mentre si apprende che il Cremlino potrebbe essere disponibile a tenere negoziati con l’Ucraina a Gerusalemme, come proposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Infine, secondo dati forniti dal Viminale i profughi ucraini giunti in Italia finora sono 37.447, in maggioranza donne e minori.

L’incontro tra americani e cinesi 

Sul fronte della diplomazia c’è una novità. Funzionari americani e cinesi si incontreranno domani a Roma per discutere del conflitto in Ucraina. Come mai la scelta di Roma? Vale la pena ricordare che Mario Draghi è, a differenza di Emmanuel Macron e Olaf Scholz, l’unico premier di un grande paese Ue a non essere stato ricevuto a Mosca da Putin.

L’incontro di Roma, tra il Consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan e Yang Jiechi, membro del Politburo del partito comunista cinese e direttore della commissione Affari esteri, è un faccia a faccia significativo.

È probabile che gli americani vogliano convincere i cinesi a fare pressioni su Mosca per cercare una soluzione al conflitto in Ucraina che rischia di destabilizzare i commerci e la ripresa economica della Cina alle prese con nuovi lockdown e con la bolla immobiliare.

È possibile che i cinesi chiedano qualche contropartita per la loro mediazione con Mosca e potrebbero mettere sul piatto lo stato conflittuale delle relazioni commerciali con gli Usa. Appare sempre più evidente che Washington e Pechino stanno cercando di trovare una via di uscita accettabile per i russi, per consentirgli di uscire dal pantano ucraino prima che sia troppo tardi.

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