un anno dalla morte del dissidente

Russia, l’opposizione che non c’è: l’eredità impossibile di Navalny

A Mosca nessuno ha saputo prenderne il testimone, la dissidenza è sempre più frantumata e demoralizzata: «È impossibile cambiare il paese dall’interno». E ci si divide anche sull’Ucraina

Un anno fa l’ha divorato “il lupo polare”. È così che chiamano la colonia penale nell’Artico dove Aleksey Navalny era stato rinchiuso dalle autorità russe. Il dissidente è morto in una prigione a “regime speciale”, ma in regime speciale aveva già vissuto tutta la vita nella Russia di Vladimir Putin. Qualche giorno fa, per l’anniversario della morte, al cimitero Borisovsky di Mosca una coperta di fiori ha coperto la sua tomba. Per ore i suoi sostenitori sono rimasti al gelo sapendo che il freddo

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