Mentre la guerra russa contro l’Ucraina si fa sempre più brutale, non è solo giusto, ma è essenziale discutere della sua giustificazione intellettuale, o della sua pseudo-giustificazione.

Dal lato russo i cosiddetti negoziati di pace sono condotti da Vladimir Medinsky, lo “storico” di corte del presidente russo Vladimir Putin che regolarmente ha negato l’esistenza stessa dell’Ucraina. Medinsky non è un vero storico, ma fa parte del sistema della propaganda russa. I suoi libri hanno titoli come Particolarità delle PR nazionali e Mascalzoni e geni delle PR. Da Rurik a Ivan il Terribile. È stato accusato di plagio per entrambe le sue dissertazioni.

Oltre alla storia come relazioni pubbliche, la Russia è notoriamente ossessionata dalla geopolitica. Per dare un contesto intellettuale all’aggressione altrimenti irrazionale della Russia, consiglio vivamente il recente libro di David G. Lewis Russia’s New Authoritarianism: Putin and the Politics of Order (Il nuovo autoritarismo della Russia: Putin e la politica dell’ordine), che analizza l’influenza del filosofo tedesco Carl Schmitt sulla Russia moderna.

La riduzione di Schmitt di tutta la politica a una distinzione “amico-nemico” è al centro della “tecnologia politica” russa. Putin ha glorificato la sua personale autocrazia come lo “stato dell’eccezione” di Schmitt.

uttavia è enorme l’impatto di Schmitt su pensatori geopolitici come Aleksandr Dugin e Vadym Tsymbursky: il primo nella direzione di un espansionismo aggressivo, il secondo di un raduno di terre per poi passare alla ritirata sull’“Isola Russia”.

Tutto ciò è decisamente preoccupante poiché Schmitt è stato membro di spicco del partito nazista dal 1933. Un’analisi chiave del suo lavoro si chiama A Dangerous Mind (Una mente pericolosa).

Spazi di sovranità

Parafraso ciò che Lewis dice. Secondo Schmitt il mondo si divide in diversi Großräume (grandi spazi); la Russia preferisce parlare di “civiltà”. La civiltà rilevante per la Russia e l’Ucraina è il “mondo russo”.

Talvolta viene definito come l’intero spazio post-sovietico; a volte come il nucleo slavo orientale di Russia, Ucraina e Bielorussia; a volte, il mondo ortodosso; a volte, il mondo ortodosso russo; a volte, il mondo dei parlanti in lingua russa; a volte, il mondo del “pensiero russo”. L’imprecisione fa parte della definizione: alla Russia piace fare affermazioni scivolose su tutti i suoi vicini. Le civiltà possono avere margini disordinati, che Tsymbursky chiamava il «limitrofo», aree intermedie. 

Ogni civiltà ha un “egemone”. Gli egemoni sono uguali tra loro: la Russia dovrebbe parlare con gli Stati Uniti, non con l’Ucraina. Ogni civiltà o Großraum è unita da una grande idea politica, concepita ed emanata dall’egemone. Gli egemoni dunque comprendono l’unicità della propria civiltà; le potenze straniere no. Questi forestieri sono “raumfremde Mächte” ovvero potenze estranee allo spazio.

Gli egemoni hanno la piena sovranità; altri stati hanno solo sovranità legale ed esterna. Questi ultimi quindi non possono scegliere l’amico o il nemico, o le alleanze. Gli egemoni sono superiori agli altri stati di sovranità limitata nel loro spazio di civiltà. Il compito dell’egemone è sorvegliare il Großraum; sia internamente, per evitare che gli stati limitrofi siano trascinati in direzioni diverse e destabilizzino la “civiltà”; sia esternamente, per tenere fuori le potenze estranee, i cui interventi potrebbero destabilizzare lo spazio di civiltà; e poi, prendere decisioni corrette per gli stati a sovranità limitata.

«I concetti legali astratti di autodeterminazione e sovranità», come li definiva Schmitt, sono stati soltanto strumenti del Regno Unito e degli Stati Uniti per espandere la propria influenza a spese della Germania. Il Trattato di Versailles è stato un cavallo di Troia per la machtpolitik, la politica della forza, degli alleati vittoriosi. Putin pensa in termini molto simili alla Carta di Parigi del 1990, o alla Scce che nel 1994 diventa Osce: sono strumenti per distruggere l’Unione sovietica. La narrativa del presunto maltrattamento dei russi negli stati post-sovietici dopo il 1991, come quella dei tedeschi nei paesi slavi creata nel 1918, mostra perché “il diritto internazionale occidentale astratto” non è adeguato a garantire vera sicurezza e pace.

Ricorda qualcosa? Si tratta della giustificazione di Schmitt dell’invasione tedesca della Polonia nel suo libro del 1939 Völkerrechtliche Großraumordnung, mit Interventionsverbot für raumfremde Mächte. Ein Beitrag zum Reichsbegriff im Völkerrecht (Ordine internazionale su larga scala, con divieto di intervento per le potenze estranee allo spazio. Contributo al concetto di impero nel diritto internazionale).

Dopo l’Ucraina

Ed è anche il modo in cui la Russia pensa all’Ucraina e alla sua “sfera di influenza”. Come scrive Ruth Deyermond in un altro pezzo eccellente, The Uses of Sovereignty in Twenty-first Century Russian Foreign Policy (Gli usi della sovranità nella politica estera russa del Ventunesimo secolo), la Russia contempla due tipi di sovranità nel suo spazio di civiltà.

La piena sovranità della Westfalia deve essere guadagnata; è soltanto per chi ha konkurentnosposobnost, la “capacità di competere”, che la Russia ha e l’Ucraina no. La sovranità post-sovietica degli stati minori è solo nominale. Non sono uguali agli egemoni. Sono in realtà fattori irritanti per l’azione libera degli egemoni.

L’occidente afferma di credere che esista un solo tipo di sovranità. Potrebbero esserci i vantaggi della sovranità condivisa, le limitazioni del diritto internazionale e la responsabilità di protezione. Non ci sono però distinzioni geografiche, neppure “civiltà” o Großräume.

L’Ucraina, tuttavia, sa che le minacce alla sua sovranità sono molteplici: alle sue scelte di politica estera, alla sua politica interna, al suo patrimonio culturale, alla vita dei comuni ucraini. Il disprezzo di Medinsky per l’Ucraina è solo un ostacolo nei negoziati.

Se l’Ucraina fa una concessione su un punto, come l’adesione alla Nato, la Russia passerà al punto successivo dell’elenco. Se la Russia vincerà la guerra, passerà ad attaccare la sovranità di altri stati nel suo presunto Großraum. Difendere l’Ucraina e i suoi vicini significa difendere la piena sovranità dell’Ucraina.

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