In ogni tragedia ci sono gli sciacalli, anche nella guerra in Ucraina. La crisi umanitaria iniziata lo scorso 24 febbraio ha portato oltre 3,6 milioni di persone a lasciare il paese, mentre sono circa 6,5 milioni gli sfollati interni.

Sono numeri e dati statistici dietro i quali si nascondono milioni di storie di chi è riuscito a oltrepassare il confine indenne, ma c’è chi, invece, si è scontrato con truffe e attività illecite.

«Ci arrivano segnalazioni da varie persone in contatto con noi che ci riferiscono di attività illegali lungo il confine», dice Maurizio Carnevale presidente della Camera di commercio italiana per l’Ucraina. Gruppi organizzati e singoli individui offrono supporto a giovani ragazze, sole e senza figlie di bell’aspetto. «Chiedono i passaporti in cambio di un aiuto per scappare della guerra, ma in realtà poi non si sa dove finiscono. Sono palesi giri di prostituzione», dice Carnevale. 

Le truffe sulle donazioni

Nei giorni scorsi un’associazione ha pubblicato un annuncio, anche su una testata italiana, presentandosi come la Camera di commercio italo-ucraina per chiedere donazioni in denaro da versare su un conto corrente. Ma è un falso, Carnevale assicura che loro non hanno alcun annuncio di questo tipo.

Anche la Polizia postale italiana nei giorni scorsi ha detto che sono moltiplicate le truffe online in cui si chiedono donazioni per sostenere la crisi umanitaria provocata dalla guerra. Numeri di conti correnti vengono pubblicati online, soprattutto sulle piattaforme di messaggistica più conosciute come WhatsApp e Telegram, dove è più facile adescare chi è meno attento.

«Alcune persone che si spacciavano per membri di associazioni umanitarie li abbiamo chiamati noi capendo che c’era qualcosa di strano», dice Carnevale.

Oltre a chi tenta di frodare i cittadini sulle donazioni, c’è anche chi deruba direttamente i profughi. Diverse sono le segnalazioni di cittadini ucraini che si affidano a sconosciuti per oltrepassare il confine e che poi sono stati derubati.

Il traffico di esseri umani

AP Photo/Petros Giannakouris

Per evitare di essere derubati o di incappare in un giro di traffico di esseri umani è importante non consegnare mai i documenti a nessuno, ma solo lasciarli visionare.

«La guerra in Ucraina sta portando a massicci spostamenti e flussi di rifugiati –  condizioni che potrebbero portare a un aumento significativo del traffico di esseri umani e a una crisi acuta della protezione dei bambini» ha detto Afshan Khan, direttore regionale dell’Unicef per l'Europa e l'Asia centrale nei giorni scorsi. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni unite dal 24 febbraio al 17 marzo più di 500 bambini non accompagnati sono giunti in Romania dall’Ucraina, ma sono stime al ribasso secondo l’Unicef che chiede di intensificare i controlli ai valichi di frontiera. Proprio per questo l’organizzazione ha istituito alcuni centri chiamati “Blue dots” che forniscono informazioni alle famiglie in viaggio e aiutano a identificare i bambini non accompagnati.

In Germania, meta di arrivo di diversi profughi ucraini che transitano dalla Polonia, la polizia locale ha alzato il livello di allerta sul rischio per le donne di essere reclutate per poi essere impiegate nella prostituzione.

In Polonia, invece, è stato creato un numero di emergenza ad hoc per ricevere le segnalazioni. Nel paese che ha accolto oramai oltre 2 milioni di rifugiati un uomo è stato arrestato per essere sospettato di aver violentata una rifugiata ucraina di 19 anni, mentre c’è anche chi ha promesso alloggio e un lavoro a una minore prima dell’intervento delle autorità. La polizia polacca e quella romena hanno disposto dei check point lungo il confine per intercettare veicoli sospettati, diversi uomini sono già stati arrestati come riportato da Sky news. Spesso sono proprio le donne, colluse con i trafficanti, a fare da tramite perché ottengono fiducia più facilmente.

«Ci sono tanti sciacalli e la situazione inizia a preoccuparci», dice Carnevale. Oggi la sede della Camera di commercio italiana in Ucraina non c’è più, il palazzo che ospitava l’ufficio a Kiev è stato bombardato. «Esiste solo il nostro numero e la casella di posta che teniamo aperta in caso qualcuno abbia bisogno del nostro aiuto», aggiunge con rammarico.

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