finanziare il regime

Si compie il piano Ue sull’embargo energetico: non fare nulla e dare la colpa a Orbán

(John Thys, Pool Photo via AP, File)
(John Thys, Pool Photo via AP, File)

La linea intransigente del primo ministro ungherese sull’embargo del petrolio diventa utile anche a Germania e Italia, che non hanno mai voluto rompere davvero i rapporti energetici con Putin. Ora possono scaricare le responsabilità sul sovranista filorusso. Draghi a Washington ha sdoganato il pagamento in rubli: l’Eni procederà ad aprire un conto in valuta russa

  • La Ue pensa di sospendere, per il momento, il divieto di importare il petrolio russo a causa della dura opposizione dell'Ungheria di Viktor Orban che blocca la sesta bozza di sanzioni europee on il suo potere di veto.
  • Orban diventa così un paravento dietro cui nascondere i timori di recessione di Germani e Italia in caso di embargo di petrolio e gas russi. 
  •  La Bundesbank, aveva previsto il 22 aprile scorso che l’embargo a gas e petrolio di Mosca equivarrebbe a una perdita di 5 punti di Pil per un costo di 180 miliardi di euro. E con l'ulteriore incremento dell'inflazione si avvicinerebbe la stagflazione. La banca centrale tedesca aveva detto che non era solo una questione di climatizzatori, ma di pesante recessione della locomotiva d’Europa.

Per continuare a leggere questo articolo