Questa notte, poco dopo l'una, 6mila migranti privi di documenti sono entrati a Ceuta, enclave spagnola in Marocco. A comunicarlo, la delegazione al governo della città. Circa 1.500 di loro sarebbero minorenni.

I migranti sono arrivati a nuoto o con mezzi di fortuna dalla vicina città di Fnideq, di 77mila abitanti, l'antica Castillejos, costeggiando un frangiflutti che segna il confine tra i due paesi. Ci sarebbe anche una vittima.

Il premier spagnolo Pedro Sanchez, questa mattina, ha cancellato il volo che aveva in programma per Parigi: «La mia priorità in questo momento è riportare la normalità a Ceuta. I suoi cittadini devono sapere di avere il sostegno assoluto del governo spagnolo e la massima fermezza per garantire la loro sicurezza e difendere la loro integrità come parte del paese di fronte a qualsiasi sfida», ha scritto sul suo account Twitter. 

Ceuta conta 85mila abitanti, si trova nel nord Africa ed è affacciata sul Mar Mediterraneo, separata dal Marocco da una doppia recinzione di dieci metri.

Il ministro dell'Interno, Fernando Grande Marlaska, ha riferito che le autorità hanno pianificato il rimpatrio di 1.600 persone entro oggi. Faranno poi seguito altri rimpatri visto che il Marocco e la Spagna hanno firmato un accordo tre decenni fa per rimpatriare tutti coloro che arrivano a nuoto nel territorio.

Sempre questa mattina, altri 80 migranti di origine africana sono arrivati a Melilla, 350 chilometri a est di Ceuta, scavalcando la doppia recinzione dell'enclave.

Molti migranti africani considerano Ceuta e la vicina Melilla, anch'essa territorio spagnolo, come una porta d'accesso all'Europa.

Nel 2020, 2.228 persone hanno scelto di attraversare le due enclave via mare o via terra, rischiando di rimanere feriti o di morire. L'anno prima la cifra ha raggiunto il picco di 7.899 persone, secondo il ministero dell'Interno spagnolo.

«Il confine spagnolo di Ceuta è un confine europeo. Piena solidarietà con la Spagna. Ora abbiamo bisogno del patto per la politica migratoria europea, accordi con paesi terzi, una solida protezione dei nostri confini, solidarietà tra gli Stati membri e una politica di migrazione legale». Così, il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, su Twitter.

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