È stata data poca attenzione in Europa alla riforma fiscale che è in discussione al parlamento americano. Biden aveva promesso una riforma fiscale che costituisse un importante trasferimento di risorse dei ricchi e dalle aziende verso lo stato, per finanziare i suoi progetti di solidarietà sociale.

In particolare la sua bozza di proposta prevedeva una maggiore tassazione per le aziende e una riduzione di tutte le modalità di elusione fiscale che il mondo finanziario era gradualmente riuscito a far approvare; una fra tutte la tassazione assai ridotta dei guadagni, il cosiddetto “carried interest”, dei gestori di fondi di private equity e venture capital.

Ma il progetto fiscale ha subìto importanti cambiamenti e in particolare sono state tolte le principali misure che avevano l’obiettivo di innalzare la tassazione delle aziende e dei redditi più elevati. Il primo a farlo notare è stato un giornale, l’Economist, che è al di sopra di ogni sospetto di simpatie anticapitaliste, e che è arrivato a dire che questa riforma fiscale favorisce i ricchi.

L’Economist però non approfondisce le ragioni di questa debacle del progetto di Biden. Il motivo è che il mondo finanziario e le grandi aziende influenzano, finanziariamente e non, molti membri anche democratici del parlamento americano.

Casta e influenze

AP Photo/Carolyn Kaster

Alcuni giorni fa ha suscitato interesse il capitolo del rapporto annuale del Censis sull’irrazionalità ampia della popolazione italiana. L’interesse e l’ironia si sono principalmente rivolte a mettere in luce come il 10 per cento degli italiani pensa che la terra sia piatta e che Il Covid non esista; ma poca attenzione è stata data a una risposta ben più imbarazzante.

E cioè che quasi il 70 per cento degli italiani pensa che il mondo sia di fatto governato da una piccola casta ed élite legata al mondo finanziario. È presumibile che queste risposte siano state date di getto senza sostanziali fondamenti, ma con la forte sensazione che le nostre sorti siano sempre più dettate da gruppi e istituzioni che non abbiamo scelto con il voto. Esattamente ciò che sta avvenendo al parlamento americano.

Questa influenza non si esplica solo brutalmente attraverso “l’interferenza” sui parlamenti, ma soprattutto ormai con una narrativa che costituisce il quadro di pensiero che domina la comunicazione del mondo occidentale.

Alcuni esempi,sia oppure sintetici, di questo modello di pensiero possono essere così esemplificati: il mercato è il migliore allocatore delle risorse; ridurre i profitti delle aziende non permette loro di continuare a investire in ricerca e sviluppo; ridurre le remunerazioni del top management non permette di trovare persone adeguatamente motivate

Sono tutte affermazioni inconsistenti. Anche perché, prima di questa svolta neoliberista degli ultimi 30 anni, le aziende, pur con una transazione più elevata, facevano ricerca e i manager gestivano con impegno le aziende, pur con remunerazioni non così assurdamente elevate.

C’è quindi una narrativa dominante che molti studiosi ed economisti hanno mostrato come infondata, ma alla quale non si riesce a costruire un’alternativa, perché il potere e l’influenza in questo gruppo di istituzioni e di persone è molto elevato e non si riesce a trovare una vera inversione al dominio del neoliberismo.

La maggioranza della popolazione, pur senza reali approfondimenti, ha comunque la chiara percezione che le regole economiche e sociali che ci governano non siano decise democraticamente.

Di fronte a questa situazione dobbiamo anche subire la beffa dell’attacco culturale e ideologico dei cinesi che hanno prodotto un documento di forte critica della democrazia americana e non si può negare che molti degli elementi indicati siano veri.

Questo attacco dei cinesi avviene proprio nell’istante in cui il governo cinese sta prendendo drastiche misure per ridurre gli elementi distorcenti del mercato attraverso una più restrittiva legislazione, anche se certamente nessuno, o quasi nessuno, di noi vorrebbe vivere in uno stato di tipo cinese, dove la gran parte delle libertà individuali sono negate.

 

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