Il potere della stampa, troppo spesso sottovalutato, ha probabilmente salvato il futuro e forse anche la vita dei cinque profughi Kurdo-iraniani che avevamo incontrato, fermati dalla polizia, nei boschi minati al confine tra Croazia e Bosnia.
Una zona pericolosa non solo per il gelo e per gli acquitrini, ma soprattutto per gli oltre 19mila ordigni inesplosi che ancora giacciono in quei luoghi dalla fine della guerra del 1995.
Per una storia che forse finisce bene, però, ce ne sono migliaia di altre che vanno a finire male o non finiscono del tutto. «È necessario – scrive la Caritas – far cessare le prassi di respingimenti violenti sulla frontiera bosniaco–croata».
Storie a lieto fine lungo la rotta balcanica
19 gennaio 2021 • 09:28Aggiornato, 19 gennaio 2021 • 09:46