- All’indomani della conquista di Kabul il portavoce talebano, Zabihullah Mujahid, mostrava su twitter una bandiera dell’emirato modificata rispetto al tradizionale vessillo talebano: niente professione di fede (la shahada), ma al centro, fra messi di grano, libro sacro aperto e sol dell’avvenire.
- Dietro lo scontro delle bandiere c’è un conflitto politico che riguarda la concezione del potere, dell’idea moderna di sovranità (il consenso popolare, la legittimità divina) ed in ultima analisi l’immaginario geopolitico delle forze islamiste.
- I Talebani hanno probabilmente recepito forte e chiaro il messaggio di una società che oggi è assai più articolata e determinata di quanto non fosse vent’anni fa.
L’inverno è alle porte, le scorte stanno finendo e l’Afghanistan è sul ciglio del baratro. È imperativo dar forma e sostanza al nuovo ordine: tutto sembra pronto per l’annuncio del governo, ma i negoziati intra-talebani si sono rivelati più lenti e laboriosi che non la presa della capitale. I vincitori promettono inclusione e ogni bene, mentre le loro scelte danno segnali opposti. Cosa significa, in fin dei conti, emirato islamico, in un mondo in cui vale soprattutto la reputazione e il riconos



