I semiconduttori, sottili circuiti integrati che possono raggiungere precisioni della larghezza di due filamenti di Dna, sono il cuore degli apparati tecnologici che usiamo tutti i giorni. Taiwan domina incontrastata il mercato della produzione di semiconduttori. Secondo i dati della società di ricerca TrendForc le imprese taiwanesi, guidate dalle tre principali compagnie – la Taiwan semiconductor manufacturing corporation (Tsmc), la United microelectronics corp (Umc) e la Powerchipp technology co. – insieme rappresentano oltre il 60 per cento del fatturato totale globale 2020 delle fonderie.

Le fonderie fabbricano i circuiti integrati che vengono poi venduti ad aziende che progettano dispositivi hardware, ossia preparano i wafer di silicio che vengono poi incisi per ottenere i singoli semiconduttori che andranno a comporre i diversi circuiti. La progettazione dei circuiti integrati viene poi portata a termine da aziende diverse, ossia le fonderie, le fabbriche delle materie prime che verranno poi “lavorate” dalle singole aziende con specifiche esigenze.

Lo sviluppo dell’industria dei semiconduttori a Taiwan è il risultato di una pianificazione governativa a lungo, anzi lunghissimo, termine. Il ruolo istituzionale è stato rilevante per aiutare gli imprenditori a superare gli ostacoli finanziari e tecnologici. Le fonderie, come Tsmc e Umc, sono state avviate grazie a finanziamenti statali per offrire strumenti di innovazione a tutte quelle imprese taiwanesi che non avevano le possibilità di sostenere gli esorbitanti costi di ricerca. Dopo poco tempo i vertici di Tsmc e Umc hanno compreso l’opportunità di aprire al mercato esterno. Le aziende straniere hanno iniziato a rifornirsi dalle fonderie taiwanesi, una dinamica che ha agevolato la possibilità di concentrarsi sulla fase di progettazione e commercializzazione. La struttura industriale taiwanese, la cui produzione era legata a prodotti economici e di scarsa qualità, ha iniziato a entrare nel comparto tecnologico grazie alla disponibilità di chip. Fino a quel momento, i giganti globali del settore informatico producevano internamente i dispositivi integrati.

L’industria tecnologica taiwanese ha scelto di lavorare nelle retrovie, creando delle filiere capaci di garantire le materie prime per tutti gli apparati tecnologici che usiamo nella nostra quotidianità.

L’accelerazione

In questi decenni il settore dei semiconduttori taiwanesi è riuscito a recuperare un gap significativo su tutti gli altri paesi. Mentre le aziende mondiali si occupano di ricerca e sviluppo, a Taiwan si continua a investire sulle fonderie. Ma le esigenze delle nuove tecnologie, soprattutto del 5G, hanno evidenziato le centralità del comparto e i semiconduttori taiwanesi si trovano oggi al centro della guerra tecnologica tra Washington e Pechino.

Il successo taiwanese in questa tecnologia cruciale è dovuto alla capacità delle imprese dell’isola di anticipare le esigenze dei potenziali clienti e di stabilire relazioni proficue anche con i competitor economici e strategici. Tutti gli attori internazionali coinvolti hanno tratto benefici dalla versatilità dell’industria taiwanese dei semiconduttori. Ma la tecnologia è oggi diventata una questione sempre più legata alla proiezione strategica delle grandi potenze e il timore di Taiwan è quello di non poter mantenere un equilibrio nella competizione tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese. La domanda globale di semiconduttori è aumentata vertiginosamente nello scorso anno, a causa dei problemi che gli altri paesi hanno affrontato per la pandemia e sia gli investimenti sia le esportazioni taiwanesi nella Repubblica Popolare Cinese sono cresciute del 30 per cento circa.

Riflessi geopolitici

Anche le tensioni tra Pechino e Taipei sono cresciute a dismisura, con continui riferimenti cinesi alla questione taiwanese e un numero esorbitante di invasioni dello spazio aereo di Taiwan.

Fino a ora il motto “business is business” è stato determinante nel successo del comparto, la richiesta di circuiti integrati è sempre maggiore e le industrie taiwanesi sono le uniche capaci di soddisfarla. L’intensificazione dello scontro tra Washington e Pechino costringerà le aziende di Taiwan a navigare i burrascosi mari delle tensioni tra le due superpotenze, mantenendo la rotta verso l’alleato statunitense, che oltre a garantire la sovranità taiwanese ancora detiene sia la proprietà intellettuale sia le risorse per continuare a produrre i semiconduttori più avanzati.

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