A metà mattina la delusione della notte si è trasformata in consolazione. Teddy Riner, fuoriclasse del judo francese, ha strappato la medaglia di bronzo nella categoria dei più 100 chili e ciò è bastato a correggere i toni e i titoli dei media francesi. Che invece all'ora (europea) di colazione presentavano una mestizia unisona. Perché il gigante era caduto ai quarti di finale e ciò significava che, oltre a dover sperare nei ripescaggi, il sogno del terzo oro olimpico consecutivo andava a sfumare.

I francesi ci contavano, forse peccando di ottimismo e sottovalutando la forza dell'avversario (il russo Tamerlan Bashaev, numero 1 del ranking mondiale che poi ha visto anch'egli sfumare l'accesso alla finale). E la confezione degli articoli comunicava il senso di un passaggio d'epoca.

Poi grazie al turno di ripescaggio il francese è riuscito a andare avanti verso la finale per il bronzo, disputata contro il giapponese Hisayoshi Harasawa, che a sua volta era anche lui oggetto di grandi aspettative da parte dei connazionali. Curiosità: i due si erano disputati l'oro a Rio de Janeiro 2016. Il tempo è passato per entrambi. Ma per Teddy adesso ne inizia uno nuovo.

La delusione del primo mattino

La conquista del bronzo ha mutato i toni dei media francesi. E probabilmente ha consegnato il fuoriclasse del judo francese alla dimensione che gli compete in questa fase della carriera.

Quella dell'atleta che all'età di 32 anni ha il diritto di fare i conti col tempo che passa e con problemi fisici. Senza che ciò oscuri quanto egli è riuscito a realizzare in carriera: mettere insieme uno straordinario palmares (limitandosi a prendere in considerazione i successi internazionali, si tratta di 2 ori e 2 bronzi olimpici individuali, 10 ori e 1 argento mondiali individuali, 1 oro e 1 bronzo mondiali a squadre, 5 ori europei individuali, 2 argenti e 1 bronzo europei a squadre), ma anche diventare un personaggio di portata globale in uno sport che con grande difficoltà riesce a rendersi mediatico.

La vittoria contro Harasawa ha indotto a correggere il mood delle titolazioni e probabilmente portato a ri-centrare l'immagine del campione nella sfera della comunicazione pubblica nazionale. Del resto, lui per primo sta contribuendo a nobilitare il bronzo facendolo passare per tutt'altro che una conquista minore della sua carriera agonistica.

Le cronache post-premiazione raccontano di un'ebbrezza da successo che ha indotto il judoka originario della Guadalupa a improvvisare una danza che ha scatenato l'ilarità dei giornalisti presenti. Un'atmosfera completamente diversa da quella che poche ore prima era stata tratteggiata dai media francesi. Il titolo postato dal sito dell'Equipe nel flash delle 5.58 era carico di sconforto: «Enorme delusione per Teddy Riner». E l'incipit dell'articolo paragonava l'esito a un terremoto. Nel testo veniva anche messo in evidenza come nell'ultimo periodo il campione, dopo avere accumulato 154 vittorie consecutive, avesse registrato qualche battuta d'arresto. Una sconfitta contro il giapponese Kokoro Kageura a febbraio 2020 e poi un rovescio nei campionati nazionali a squadre.

Francamente, cifre minime. Ma il fatto che esse venissero accolte con preoccupazione è il segno di quanto alte siano state fino alle prime ore di stamani le aspettative dei francesi nei confronti del loro fenomeno del judo. In condizioni del genere, la conquista di un bronzo è quasi una liberazione innanzitutto per lui. Anche i fuoriclasse hanno diritto a non dovere affrontare aspettative esagerate.

Personaggio pubblico

C'è un'eredità del passaggio di Teddy Riner nel mondo del judo che è già presente senza aspettare che egli lasci il tatami: avere portato il judo francese a un grado di popolarità mai conosciuto. E certo, per ottenere il risultato è stato necessario che venisse fuori un campione-personaggio (in questi anni di gloria Riner ha disimpegnato anche da presentatore televisivo, nello show La corsa dei campioni).

È stato al centro anche di un documentario, Teddy Riner, la quête messo in onda da France 2 nei giorni che precedevano l'inaugurazione di Tokyo 2020+1. E in quella circostanza si è venuti a conoscenza di un fatto fin lì rimasto nascosto: un infortunio al legamento crociato avvenuto a febbraio 2021 durante un stage in Marocco, che lo ha costretto a due mesi di riposo assoluto. Ciò che di sicuro ha condizionato la preparazione olimpica. Il suo bronzo di oggi vale tanto. L'essersi scrollato di dosso l'obbligo di essere invincibile anche di più.

© Riproduzione riservata