I membri del commando che a febbraio ha ucciso l’ambasciatore italiano in Congo avevano armi sofisticate e parlavano una lingua ruandese, dicono due testimoni dell’attacco, contraddicendo la versione ufficiale. Gli inquirenti congolesi non rispondono alle richieste della magistratura italiana, l’agenzia Onu responsabile della sicurezza tace
- I membri del commando che a febbraio ha ucciso l’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, e altre due persone, avevano armi sofisticate e parlavano una lingua ruandese, dicono due testimoni dell’attacco.
- La ricostruzione corrobora l’ipotesi di un tentativo di rapimento scrupolosamente pianificato ed esclude la versione ufficiale, quella di una rapina fatta da banditi locali terminata con uno scontro a fuoco.
- L’agenzia Onu responsabile della sicurezza rimane in silenzio e gli inquirenti congolesi non rispondono alle richieste della magistratura italiana. Perché il nostro governo non pretende collaborazione da quello del Congo, con cui pure vanta ottimi rapporti?