La Cia ha declassificato un rapporto che mostra come più probabile la teoria del virus frutto di un esperimento scientifico. È da sempre la teoria portata avanti dal neo direttore Raticliffe e serve soprattutto a colpire la Cina. La stessa agenzia non crede comunque che i risultati delle proprie ricerche siano così solidi. E infatti gli scienziati, pur non avendo certezze, pensano che la pandemia abbia avuto origine dal mercato del pesce di Wuhan
Pochi giorni dopo l’insediamento di Donald Trump la Cia, su ordine del presidente, ha declassificato un rapporto, commissionato nella parte finale dell’amministrazione Biden, in cui i suoi analisti spiegano che l’ipotesi più probabile è che il virus del Covid-19 sia “nato” in un laboratorio di Wuhan, in Cina.
Non ci sono nuove prove e l’agenzia stessa ha detto i risultati non sono così solidi proprio perché basati sulle analisi, incomplete, condotte finora. La teoria alternativa, cioè che il virus abbia avuto origine dal mercato del pesce di Wuhan e che si sia diffuso con un passaggio da animale a uomo, rimane plausibile, e la Cia continuerà a valutare ogni nuovo dato disponibile.
Alti ufficiali del nuovo governo Usa sostengono che, in ogni caso, questo dibattito ha un’importanza relativa. Sia che il virus si sia diffuso a partire da un mercato dove le condizioni sanitarie erano pessime, o che sia sfuggito da un laboratorio dove le misure di sicurezza non erano rispettate, la colpa della pandemia è sempre del governo cinese.
La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, si è opposta in maniera sdegnata: «La conclusione che sia stata una fuga di laboratorio è estremamente improbabile ed è stata raggiunta dal team congiunto di esperti Cina-Organizzazione mondiale della sanità sulla base delle visite sul campo ai laboratori pertinenti a Wuhan».
La nomina di Ratcliffe
Che il rapporto sia stato diffuso proprio ora, dopo anni di silenzio della Cia, probabilmente non è un caso. John Ratcliffe, il nuovo direttore dell’agenzia appena nominato da Trump, ha sempre prediletto la tesi del lab leak, e ha sempre detto che bisognava fare luce su questa vicenda, fondamentale per le relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina.
Pochi giorni fa, Ratcliffe ha dichiarato a Breitbart News, un sito vicino all’estrema destra americana, che non voleva più che nel dibattito sulle origini della pandemia la Cia restasse «da una parte a guardare». Ratcliffe da tempo sostiene che il virus è sfuggito dai laboratori dell’Istituto di Virologia di Wuhan.
Lui, che era stato direttore dell’Intelligence nazionale, per pochi mesi, durante la prima amministrazione Trump, nel 2023 aveva dichiarato a Fox News che l’agenzia non voleva abbracciare la tesi della fuga dal laboratorio per evitare problemi geopolitici al presidente Biden: «Il vero problema è che l’unica valutazione che l’agenzia potrebbe fare – cioè che un virus che ha ucciso più di un milione di americani ha avuto origine in un laboratorio controllato dal Partito comunista cinese che fa anche ricerche per l’esercito cinese – ha implicazioni geopolitiche enormi che l’amministrazione Biden non vuole affrontare».
Subito dopo avere giurato come nuovo direttore, Ratcliffe ha dichiarato che scoprire le origini del Covid era una sua priorità sin dal «giorno 1». «Penso che la nostra intelligence, la nostra scienza e il nostro senso comune ci dicono che l’origine del Covid sia stata una fuga del virus dall’istituto di Virologia di Wuhan», ha detto a Breitbart News. «Ma la Cia non ha ancora fatto questa valutazione, o almeno non l’ha fatta pubblicamente. Mi focalizzerò su questo, analizzerò i dati di intelligence e mi assicurerò che l’agenzia smetta di starsene da una parte a guardare».
Più dubbi che certezze
Del resto, Donald Trump ha sempre detto con chiarezza come la pensava. Quando la pandemia è scoppiata, nel dicembre 2019, Trump era in carica e non si è fatto problemi a descriverlo come il «virus cinese».
Ora è di nuovo alla Casa Bianca, ma gli ufficiali della Cia si sono affrettati a dichiarare che non si sono piegati al volere del nuovo boss, e che stavano lavorando a questa nuova valutazione almeno da qualche mese. Nelle settimane finali dell’amministrazione Biden, Jake Sullivan – consigliere della Sicurezza nazionale – aveva richiesto un nuovo rapporto top secret sulle origini della pandemia.
Il precedente direttore della Cia, William Burns, aveva detto agli analisti che dovevano prendere una posizione precisa sulle origini del Covid, anche se lui sul tema restava agnostico. Un alto funzionario del nuovo governo ha dichiarato che la decisione di rendere pubblico il rapporto è stata presa personalmente da Ratcliffe. La Cia ha tenuto a sottolineare che queste nuove valutazioni sono state fatte con un «basso livello di fiducia», il che significa che non sono molto affidabili e che le informazioni di intelligence su cui si basano sono frammentarie e incomplete.
La verità è che noi da dove sia partita la pandemia di Covid-19 non lo potremo mai sapere con assoluta certezza. Per farlo, dovremmo per prima cosa trovare il primo individuo che a Wuhan è stato infettato dal SARS-CoV-2 – il virus del Covid – poi da questo individuo dovremmo isolare il virus e sequenziarne il genoma, e infine dovremmo identificare quel virus in un animale venduto al mercato di Wuhan – per poter dire che la pandemia è partita dal mercato – o trovare un ceppo di virus col genoma identico coltivato nel laboratorio di Wuhan – per poter dire che la pandemia è sfuggita da quel laboratorio. Il che è praticamente impossibile.
La posizione degli scienziati
Checché ne dicano la Cia e Trump, sull’origine del Covid gli scienziati hanno le idee chiare. Tutti gli articoli scientifici al riguardo sono concordi: la pandemia di Covid-19 ha avuto origine dal mercato Huanan, il mercato del pesce e della selvaggina di Wuhan.
Ultima di una lunga serie di ricerche, nel settembre 2024, un gruppo di scienziati guidati da Michael Woroey, dell’Università dell’Arizona, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell un articolo dal titolo: Tracciamento genetico della selvaggina e dei virus all’epicentro della pandemia di Covid-19.
Scrivono: «Molti dei casi precoci conosciuti di Covid-19 lavoravano presso o visitavano il mercato del pesce di Huanan, della città di Wuhan. L’analisi retrospettiva dei primi casi di Covid-19 ha identificato 174 pazienti, ammalatisi nel dicembre 2019, il 32 per cento dei quali aveva un legame accertato con questo luogo, su una città di 12 milioni di abitanti. Il mercato di Huanan era il luogo con il maggior numero di commercianti di animali selvatici di Wuhan. Svariati commercianti vendevano illegalmente procioni, zibetti, ratti del bambù, porcospini, ricci e tassi. La maggior parte dei commercianti di selvaggina erano localizzati nell’ala ovest del mercato, quella dove lavorava la maggioranza dei casi precoci di Covid-19».
Subito dopo la pandemia il mercato è stato chiuso al pubblico, ma gli scienziati sono riusciti a trovare tracce del virus in molte delle gabbie o dei frigoriferi utilizzati dai venditori, ne hanno sequenziato il genoma e poi lo hanno paragonato ai campioni dei virus estratti dalle prime persone infettate dal virus a Wuhan.
E così, concludono: «Noi dimostriamo che i casi di sindrome respiratoria severa acuta da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) provocati da virus geneticamente diversi fanno presumere che l’epidemia sia originata dal mercato, e troviamo una maggiore incidenza di positività all’interno e nei pressi delle gabbie di selvaggina. Noi identifichiamo ratti e procioni come possibili ospiti intermedi».
Detto in parole più semplici: gran parte dei primi individui che si sono ammalati di Covid-19 tra il novembre e il dicembre 2019 a Wuhan erano infettati da virus del Covid che appartenevano a due ceppi denominati A e B; gran parte di questi individui lavoravano oppure andavano a fare compere al mercato del pesce di Huanan; gli scienziati hanno trovato tracce di questi virus A e B, identici dal punto di vista genetico, in diverse gabbie del mercato di Huanan dove si vendevano ratti e procioni: quindi è molto probabile, per non dire quasi certo, che la pandemia di Covid-19 sia nata dal mercato.
Uno scienziato, però, non vi potrà mai dire che ha l’assoluta certezza che la pandemia sia nata lì. Un politico invece vi potrà dire che è stata causata da un virus sfuggito da un laboratorio cinese. Il primo fa scienza, il secondo solo propaganda.
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