Mancano quattro giorni all’election day, più di 80 milioni di americani hanno già votato e i due candidati, Donald Trump e Joe Biden, si rincorrono negli stati che saranno determinanti per l’esito finale. Oggi, venerdì 30 ottobre, entrambi saranno in Minnesota e Wisconsin, con una puntata in Iowa per Biden e una in Michigan per Trump. Intanto i vice si concentrano sugli stati del sud: Mike Pence va in Arizona, mentre Kamala Harris si dedica al Texas, dove il numero di persone che si è avvalsa del voto anticipato è già superiore al totale di quelle che hanno votato nel 2016.

In Michigan Biden trascorrerà la giornata di domani, accompagnato da uno dei suoi più potenti alleati: Barack Obama. I due incontreranno gli elettori sia a Flint che a Detroit, nel corso di comizi “drive-in”, ovvero organizzati in grandi parcheggi in modo che il pubblico possa seguirli dalle auto senza esporsi a possibili contagi.

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Considerando che il Michigan, democratico dall’inizio degli anni novanta, è diventato rosso nel 2016 soprattutto per la scarsa partecipazione al voto da parte dell’elettorato afroamericano, la presenza di Obama al fianco di Biden potrebbe fare la differenza. Trump sabato invece si sposterà in Pennsylvania, dove Biden e Harris arriveranno lunedì: l’ultimo giorno prima del voto sarà dedicato a quello che è probabilmente lo stato più importante da conquistare per ottenere i 270 voti del collegio elettorale necessari per vincere.

Intanto Trump sta rivedendo i piani per la serata del 3 novembre. Secondo quanto anticipato dal New York Times, il presidente avrebbe deciso di cancellare l’evento in programma nel Trump International Hotel di Washington e di spostarlo alla Casa Bianca. La mossa, nota il Times, eviterebbe il sorgere di prevedibili critiche sul continuo intreccio tra il suo ruolo politico e i suoi interessi da imprenditore.

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I sondaggi sbaglieranno ancora?

Tra le grandi lezioni apprese con le elezioni del 2016, c'è quella di leggere i sondaggi con maggiore spirito analitico, prestando per esempio attenzione a quali categorie di persone sono più inclini a parteciparvi. E alla luce degli insegnamenti, quest’anno gli analisti si sentono più sicuri nel dare Biden in vantaggio sia per i sondaggi statali che per quelli nazionali.

Questo ovviamente non significa che Trump non possa vincere, ma le variabili saranno forse meno rispetto al 2016. Secondo il sito FiveThirtyEight, che ha elaborato un innovativo modello di previsione del risultato delle elezioni basandosi sull’analisi dei sondaggi e altri fattori, Trump avrebbe il 10 percento di chances. Nel 2016 lo stesso sito gliene dava 29, ed il suo fondatore, Nate Silver, era tra i pochi a sostenere che avesse concrete possibilità di farcela.

Quest’anno, spiega Silver nel corso di una lunga intervista a Ezra Klein di Vox, c'è un grande elemento da tenere in conto quando si leggono i sondaggi: la crescente polarizzazione e un minor numero di indecisi. Silver ricorda come nel 2016 ci fossero circa il 13-14 percento di indecisi, mentre ora non risultano essere più del 6 percento. A riprova della minore indecisione dell’elettorato, Silver nota che neppure l’incertezza economica e sociale scatenata dalla pandemia, oltre che dalle proteste esplose nel corso dell’estate, ha portato a grandi oscillazioni.

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Quindi quello che nel 2016 ha fatto la differenza per Trump - il voto della maggior parte degli indecisi in tre degli stati determinanti per l'esito delle elezioni, Wisconsin, Pennsylvania e Michigan - questa volta non dovrebbe ripetersi. Al momento Biden è in vantaggio in tutti e tre gli stati di 7-8 punti.

Un altro elemento importante discusso da Klein e Silver è che quest’anno molti americani hanno l’impressione di avere davanti tre scenari possibili: la vittoria di Trump, quella di Biden, o la crisi che Trump, qualora perdesse, potrebbe scatenare. Su questa ultima ipotesi Silver non si dice troppo preoccupato.

Considerando che le polemiche di Trump riguarderebbero il voto anticipato via posta, Silver nota come ora l’elettorato non stia solo dimostrandosi più deciso, ma anche più determinato a far valere il proprio voto. Coloro che hanno inviato la loro scheda elettorale lo avranno per lo più fatto rispettando le tempistiche consigliate per fare in modo che arrivi entro i limiti imposti dai singoli stati. Questo vale soprattutto per i democratici, tra i quali ci sono comunità che storicamente, più di altre, subiscono discriminazioni e tentativi di soppressione del voto.

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