Mentre Canada, Messico e Cina lanciano le loro contromisure, persino il presidente dei dazi è costretto ad ammettere che la sua guerra porterà «dolori» agli statunitensi stessi
La storia si ripete e questa volta è più fosca di prima. Già nel suo primo mandato, Donald Trump aveva indetto una guerra commerciale. Ma i dazi annunciati questo weekend contro Canada, Messico e Cina sono persino più dirompenti, e non soltanto per il maggiore volume di beni coinvolti (dai 380 miliardi della volta scorsa ai 1400 miliardi di valore di beni colpiti ora). A cambiare scala è anche il potenziale antidemocratico e antiegualitario di queste misure, sia sul piano domestico che internazi



