Le conseguenze della chiusura dell’83 per cento dei progetti dell’agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (Usaid) si abbattono sul supporto sanitario e alimentare. Ma i piani del presidente non si fermano qui. I numeri e il grido d’allarme delle associazioni
«La cosa più difficile è spiegare che si tratta di una decisione che non ha nulla a che vedere con l’efficienza. Si tratta del crollo sistemico dell’impalcatura che ha sostenuto gli aiuti umanitari: il che vuol dire che oggi come organizzazioni umanitarie dobbiamo decidere chi vive e chi muore, a quale bambino dare il vaccino, a quale famiglia prestare soccorso o che ferito aiutare». Le parole di Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children in Italia, sono una perfetta fotografia



