Nella notte di sabato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è apparso in un video pubblicato sul suo canale Twitter. Nel filmato, che dura quattro minuti, Trump rassicura sulle sue condizioni di salute e garantisce che presto tornerà a fare campagna elettorale, anche se da venerdì a causa di Covid-19 si trova nell’ospedale militare Walter Reed.

«Ora mi sento molto meglio. Entro un paio di giorni capiremo come si evolve la situazione. Le terapie sono miracolose, fanno miracoli, grazie a Dio. Sto combattendo questo virus non per me ma per tutti, e lo sconfiggeremo. Avrei potuto starmene al sicuro nel mio appartamento alla Casa Bianca senza correre rischi ma io ho voluto essere sul fronte, vedere le persone, parlare con loro: un vero leader si confronta con il problemi, non si ritira. Un grande leader fa così. Devo tornare presto a fare campagna, dobbiamo fare l’America great again».

Ogni gesto ufficiale del presidente e del suo entourage è costruito per veicolare un senso di invincibilità: il 29 settembre durante il dibattito televisivo contro lo sfidante, Joe Biden, gli ospiti di Trump sedevano nello studio senza mascherina; tre giorni prima, nel giardino delle Rose, durante l’annuncio della nomina di Amy Coney Barrett alla Corte suprema, la famiglia presidenziale e gli ospiti circolavano perlopiù senza mascherine.

Dopo aver minimizzato la portata del virus – a marzo paragonava ancora l’epidemia a un’influenza – ora Trump, malato, esibisce la certezza di poter «sconfiggere» la minaccia e si autoproclama «grande leader».

Ma dietro la superficie si nascondono le incongruenze: la versione ufficiale della Casa Bianca, dei medici e dello staff di Trump è lacunosa e contraddittoria, fino ad aver fatto intendere che il presidente in realtà non stesse affatto benone. Sean Conley, il medico della Casa Bianca, aveva dichiarato venerdì che «il presidente se la sta cavando molto bene e non ha bisogno di ossigeno supplementare», mentre domenica ha ammesso che il presidente ha ricevuto l’ossigeno. Sabato riferiva che Trump «rimane senza febbre, e siamo cautamente ottimisti» mentre il capo di gabinetto, Mark Meadows, lasciava filtrare tutt’altra impressione: «Venerdì la situazione è stata davvero preoccupante, i parametri vitali del presidente hanno destato allarme, non siamo ancora sulla strada del recupero» ha detto ai cronisti fuori microfono. Nell’annuncio di domenica, ora Conley si spinge a dire che il presidente potrebbe essere dimesso lunedì. Riferisce che Trump è sotto terapia steroide, riconosce che i livelli di ossigeno sono calati venerdì e sabato, ma sostiene che sta reagendo bene.

Un’altra incongruenza riguarda il momento in cui Trump ha appreso di essere positivo: il dottor Conley sabato mattina ha detto che al suo assistito la diagnosi era stata fatta «nelle 72 ore precedenti», facendo intendere quindi che la diagnosi risalisse a mercoledì, e non a giovedì come dichiarato fino a quel momento. La cosa ha suscitato scalpore per cui poi ha precisato di essersi solo espresso male. In ogni caso le informazioni ufficiali parziali e contrastanti, a volte ottimistiche e altre allarmanti, aumentano il senso di incertezza.

C’è chi punta il dito sulla mancanza di trasparenza: Jake Tapper, anchorman della Cnn, nota che «la Casa Bianca sta costringendo i suoi esperti medici a cancellare tutte le interviste in programma». C’è di più: gli stessi messaggi ufficiali orientati a rassicurare presentano indizi di inaffidabilità.

Oltre al video di Trump, volto a far rientrare l’allarme innescato dalle parole di Meadows, la Casa Bianca ha diffuso anche un set di fotografie. Mostrano il presidente al lavoro in ospedale, senza mascherina. Sono firmate dalla fotografa ufficiale Joyce N. Boghosian e lo immortalano seduto, intento a scrivere, in due set differenti (stanze diverse, con e senza giacca, con e senza bandiere).

Attraverso i metadati delle fotografie viene fuori che sono state scattate a distanza di meno di dieci minuti l’una dall’altra. C’è poi chi si è preso la briga di ingrandire l’immagine e vedere cosa stesse scrivendo il presidente su quei fogli: Andrew Feinberg, reporter dalla Casa Bianca per l’Independent, ha mostrato su Twitter che Trump sulla carta ha semplicemente scritto il suo nome.

Ciò non ha impedito ai media vicini al magnate, come Fox News, di aprire la homepage del proprio sito con l’esclamazione: «Il presidente sta lavorando!».

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