L’analista politico Amer Sabaileh: «Il re Abdullah è andato alla Casa Bianca soprattutto per convincere il presidente Usa che la Giordania è un alleato importante: il monarca si sta giocando tutte le carte perché il rischio di una destabilizzazione è molto alto». Il paese ha già una comunità di 2,5 milioni di palestinesi, ma al tempo stesso non può fare a meno degli aiuti americani
Oggi i profughi di Gaza, domani quelli della Cisgiordania. Questa è la sensazione che si ha ad Amman: accogliere tutti gli sfollati palestinesi che Usa e Israele stanno spingendo lontano dalle loro terre. Per questo il re giordano Abdullah II è volato a Washington per incontrare Donald Trump, ideatore di un piano senza precedenti nella storia: deportare forzatamente più di 2 milioni di abitanti per realizzare una riviera di lusso, quella che secondo lui può diventare «il diamante» del Medio Orie



