Erdogan all’angolo

Turchia, i militari chiedono di essere pagati con la valuta estera

A Turkish soldier gestures to a photographer not to take photos during a patrol in the area near the Turkey-Iraq border, in the province of Sirnak, southeast Turkey, Friday, Oct. 26, 2007. Turkey warned that U.S. objections will not stop its troops from crossing into Iraq to pursue Kurdish separatists. (AP Photo/Darko Bandic)
A Turkish soldier gestures to a photographer not to take photos during a patrol in the area near the Turkey-Iraq border, in the province of Sirnak, southeast Turkey, Friday, Oct. 26, 2007. Turkey warned that U.S. objections will not stop its troops from crossing into Iraq to pursue Kurdish separatists. (AP Photo/Darko Bandic)
  • Il presidente Recep Tayyip Erdoğan sta ipotizzando un attacco militare in Siria per distrarre l’opinione pubblica dalla grave crisi valutaria, ma la lira potrebbe essere la prima a risentirne.
  • In una settimana le riserve valutarie internazionali nette delle Banca centrale turca sono scese di 510 milioni di dollari, passando da 25 miliardi e 180 milioni a 24 miliardi e 670 milioni di dollari.
  • Gita Gopinath e Tobias Adrian, i due capo economisti del Fondo monetario internazionale, hanno lanciato un avvertimento dicendo che la politica monetaria della Turchia deve cambiare.

L’impennata dell’inflazione in Turchia sta creando forti tensioni sociali nella popolazione, già stremata dai rincari degli alimentari e dei carburanti. Da ultimo le tensioni hanno raggiunto persino i pretoriani, gli apparati militari che hanno manifestato insofferenza verso le politiche del governo, che stanno avendo come effetto quello di far evaporare il potere di acquisto dei salari. In un paese che ha visto quattro colpi di stato nella sua storia recente è un segnale molto inquietante e

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