- C’è la eventualità sempre più concreta di un conflitto alle porte d’Europa, ma l’Europa è l’ultima ad avere in mano la situazione.
- Il consiglio Ue dei ministri degli Esteri, al quale Di Maio non partecipa preferendo i dossier quirinalizi, invoca deterrenza e annuncia aiuti economici. Ma sono Mosca e Washington a determinare in questi frangenti cosa succede a Kiev.
- Le ragioni sono due: la progressiva marginalizzazione dell’Ue sul dossier, spesso autoinflitta, e gli atteggiamenti ondivaghi e contraddittori all’interno dell’Europa stessa nei confronti della Russia. La Germania è il caso esemplare di queste ambiguità.
C’è la eventualità sempre più concreta di un conflitto alle porte d’Europa, cioè in Ucraina, ma l’Europa è l’ultima ad avere in mano la situazione. Sono Mosca e Washington a determinare in questi frangenti che cosa succede a Kiev, e le ragioni sono due: la progressiva marginalizzazione dell’Unione europea sul dossier, spesso autoinflitta, e gli atteggiamenti ondivaghi e contraddittori all’interno dell’Europa stessa nei confronti della Russia. La Germania è il caso esemplare di queste ambiguità.



