I funzionari russi hanno dichiarato che un incendio ha innescato delle esplosioni in un deposito di armi nell’area di Dzhankoi, nel nord della Crimea, la penisola ucraina annessa da Mosca nel 2014.

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’incendio è scoppiato quando a Mosca erano le sei del mattino e ha provocato due feriti. Inizialmente si è parlato di un’incidente, ma in in un secondo momento il ministero ha detto che si è trattata di un’operazione di sabotaggio, quella che ha portato all’esplosione del deposito.

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, ha commentato l’incidente come una «smilitarizzazione in azione», indicando che le esplosioni non sono state accidentali.

Se fosse confermato che si sia trattato di un attacco ucraino, sarebbe un bombardamento importante che segue quello di ieri nel Donbass, dove l’esercito di Kiev ha attaccato il quartier generale del gruppo Wagner, i mercenari che combattono in Ucraina e altri stati – tra cui Siria, Mali e Libia – per conto di Vladimir Putin.

L’attacco della scorsa settimana

Qualche giorno fa un attacco ucraino ha distrutto alcuni aerei da guerra russi – almeno otto – situati nella base militare Saky, situata sulla costa della Crimea. Anche in quel caso la Russia ha parlato di un incidente mentre gli ucraini hanno dichiarato di aver attaccato la base.

Per l’intelligence britannica, il bombardamento ha «significativamente degradato» la capacità aerea della flotta russa del Mar Nero. Il centro ha anche un importante ruolo strategico, dal momento che è da qui che molto spesso partono gli aerei russi impiegati nei bombardamenti in Ucraina.

Il grano

Nel frattempo, i turchi hanno detto che ispezioneranno insieme alle Nazioni unite altre cinque navi che dovranno lasciare entro oggi i porti ucraini con a bordo il grano da trasportare. In Italia è arrivato lo scorso il primo cargo nella città di Ravenna e oggi dovrebbe arrivare una seconda nave.

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