La tregua invocata da Vladimir Putin e rifiutata da Kiev in occasione del Natale ortodosso che cade nei giorno del 7 gennaio sembra non alterare l’andamento della guerra in Ucraina. Secondo l’intelligence britannica il conflitto ha seguito la sua triste “routine” anche durante la festività con i combattimenti che si sono concentrati soprattutto nel Donbass nell’area intorno alla città di Kremina nella regione di Lugansk.

Secondo quanto riporta la Reuters, che cita il governatore ucraino di Lugansk, Serhiy Haidai, nelle prime ore del cessate il fuoco ordinato da Putin, l’esercito russo ha bombardato 14 volte le posizioni ucraine. A Kherson, invece, gli ucraini denunciato 39 attacchi russi nelle ultime 24 ore.

C’è chi ha visto nella tregua di Putin uno spiraglio per le trattative, dopo che anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intrattenuto colloqui sia con il presidente russo che con quello ucraino per cercare di arrivare a un cessate il fuoco. Ma secondo i servizi segreti militari ucraini il Cremlino non ha intenzione di abbandonare la guerra, tanto ché avrebbe già pronto un nuovo ordine per mobilitare 500mila coscritti nel mese di gennaio.

Una misura che segue la tanto criticata mobilitazione parziale di ottobre con la quale Putin ha arruolato 300mila uomini in età militare per mandarli al fronte in Ucraina. Secondo i servizi di sicurezza di Kiev, i nuovi coscritti saranno impiegati nella prossima primavera e in estate per le offensive dell’esercito russo nella parte orientale dell’Ucraina.

La chiamata Sullivan-Meloni e la richiesta di aiuti militari

Nella giornata di ieri il Consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha avuto un colloquio telefonico con Francesco Talò, consigliere diplomatico della presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni per accelerare l’approvazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari verso l’Ucraina che includa anche sistemi di difesa aerea, tanto richiesti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per abbattere soprattutto gli attacchi dei droni militari russi.

Nel comunicato pubblicato da Washington si legge che «i due funzionari hanno condannato l’aggressione in corso della Russia, compresi i suoi attacchi contro le infrastrutture critiche», «hanno ribadito il loro impegno a fornire assistenza all’Ucraina, il sostegno alla resilienza energetica e all’equipaggiamento militare necessario per difendere la sovranità e la democrazia del paese».

Una chiamata che arriva dagli Stati Uniti mentre l’amministrazione Biden ha delineato un nuovo pacchetto di aiuti militari diretti verso Kiev dal valore di 3.5 miliardi di dollari. La nuova misura prevede per la prima volta l’invio di veicoli da combattimento Bradley, una sorta di carri armati leggeri che gli Stati Uniti hanno già impiegato spesso in Iraq. «Per la prima volta avremo veicoli blindati Bradley: è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno», ha detto Zelensky soddisfatto. «Nuovi cannoni e proiettili, compresi quelli ad alta precisione, nuovi razzi e nuovi droni. È tempestivo e forte», ha aggiunto.

L’Onu e gli aiuti per le telecomunicazioni

Secondo un rapporto delle Nazioni unite, ci vorranno almeno 1.8 miliardi di dollari per ripristinare il settore delle telecomunicazioni dell’Ucraina allo stato pre guerra. Secondo quanto si legge nel documento dell’Onu, l’esercito russo ha «distrutto completamente o sequestrato» le reti in alcune parti del paese distruggendo infrastrutture in più di dieci regioni.

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