- Se c’è una cosa che l’opposizione ungherese ha imparato negli ultimi dieci anni è che non c’è partito politico che abbia una chance di battere il primo ministro Viktor Orbán e il suo partito, Fidesz, alle elezioni.
- Quest’anno sei partiti diversi, dai piccoli di centrosinistra a Jobbik di estrema destra, hanno trovato una soluzione: mettere da parte le notevoli differenze politiche e unire le forze in vista delle elezioni parlamentari della prossima primavera
- Una sconfitta assoluta di Fidesz alle urne il prossimo aprile è improbabile, visti gli ostacoli che deve affrontare l’opposizione unificata e i vantaggi elettorali di cui gode il partito di Orbán. Ma se resta unita, l’opposizione ha almeno la possibilità di intaccare la maggioranza parlamentare di Fidesz e fermare ogni ulteriore scivolamento verso il ritorno di un governo a partito unico nel cuore dell’Europa.
«Una delle garanzie della sua rielezione ogni volta è stata la frammentazione dell’opposizione», sostiene András Bíró-Nagy, direttore di Policy Solutions, un think tank di Budapest. «Ci sono voluti dieci anni perché l’opposizione capisse che non può vincere così». Quest’anno sei partiti diversi, dai piccoli di centrosinistra a Jobbik di estrema destra, hanno trovato una soluzione: mettere da parte le notevoli differenze politiche e unire le forze in vista delle elezioni parlamentari della pr



