- Un secchio e una piccola falce erano i rudimenti con cui le circa quattromila donne tunisine partivano da casa ogni mattina all’alba da ottobre a maggio per la pesca delle vongole.
- Un lavoro faticoso, artigianale, ma che costringe le donne a rimanere con la schiena chinata per tantissime ore in cambio di un misero guadagno a cottimo imposto da intermediari locali, spesso parenti o amici, con cui è difficile trattare.
- Ma oggi, le vongole veraci tunisine rischiano di scomparire, nonostante un progetto della Fao che è riuscito a migliorare le condizioni di lavoro delle pescatrice, le quali, per anni, sono state sfruttate in cambio di miseri guadagni dai commercianti locali.
Salvare le vongole tunisine per garantire un futuro alle donne pescatrici
11 settembre 2022 • 12:00Aggiornato, 24 ottobre 2022 • 14:33