La tregua annunciata da Vladimir Putin per il Natale ortodosso si è dimostrata l’ennesima menzogna a uso della propaganda, perché sono continuati i bombardamenti e gli attacchi al fronte. Ieri l’esercito russo ha bombardato la periferia di Zaporizhzhia. Missili d’artiglieria ucraini, invece, hanno colpito e danneggiato la centrale elettrica di Starobeshevskaya.

La vera “tregua” è in realtà l’assenza di operazioni offensive su vasta scala da parte della Russia, che da settimane, se non mesi, è incapace di iniziativa strategica e le sue ondate di coscritti si infrangono come onde su Bakhmut, la città del Donbass fortificata dagli ucraini per resistere agli assalti e all’artiglieria.

Il teatrino di Prigožin

Foto AP

Prima di Capodanno, Evgenij Prigožin, il leader del gruppo mercenario Wagner, si è fatto filmare tra le “sue” truppe, impegnate in prima linea a Bakhmut con pesanti perdite, mentre porta una cassa di arance a prigionieri di guerra ucraini rinchiusi in un seminterrato, con i quali scambia qualche parola cordiale.

Questa messinscena per dimostrare il suo lato umano è accentuata da altri due video fatti circolare sui canali ufficiali della Wagner. Prigožin parla con alcuni dei suoi uomini e si mostra comprensivo delle loro difficoltà in battaglia, poi si fa riprendere tra le salme dei caduti russi in un obitorio improvvisato.

Nel secondo video, mostra un cimitero costruito in Russia appositamente per ospitare i mercenari della Wagner morti in Ucraina, trattati come eroi con tanto di statua commemorativa all’ingresso.

È difficile però far dimenticare il lato feroce della Wagner, che ha diffuso il video di un ex galeotto arruolato, catturato dagli ucraini e poi scambiato, che viene ucciso con una mazzata in testa come monito per tutti gli altri eventuali disertori. Successivamente, Prigožin ha regalato esemplari di questo martello ad altri membri della Wagner.

La tregua è fatta dall’assenza di manovre dell’esercito russo, che ha appaltato la presa di Bakhmut al gruppo mercenario meglio armato e addestrato. Il bombardamento dell’edificio che alloggiava centinaia di coscritti russi ha influito sulla capacità offensiva delle truppe in quel settore oltre che sul morale dei sopravvissuti.

La logica dei predatori

Foto AP

Wagner sembra replicare a Bakhmut anche la logica predatoria sperimentata in Africa, dove occupa militarmente regioni con giacimenti di risorse e li sfrutta a favore della Russia. Infatti, la cittadina ormai fantasma del Donbass ospita delle miniere di sale e gesso che potrebbero entrare nel “portafoglio” di Prigožin come bottino di guerra, qualora riuscisse a prendere quell’area.

La caduta di Bakhmut sembrava imminente da novembre, ma le truppe ucraine hanno mantenuto una capacità di resistenza straordinaria. Ha assunto un’importanza simbolica e psicologica più che strategica, perché Wagner può dimostrare di essere militarmente valida e indipendente, mentre il generale Surovikin potrebbe rivendicare la decisione di aver ritirato l’esercito da Kherson per concentrarsi a est.

I russi sono avanzati su Soledar e hanno conquistato alcuni villaggi a sud, ma sono ancora lontani dal circondare la città, che è difesa dalla 95ª brigata paracadutisti d’assalto, dalle 24ª, 60ª e 63ª brigate meccanizzate e dalla 71ª brigata Jäger, tutte unità d’élite che per settimane hanno retto uno sforzo sovrumano, ricevendo la visita del presidente Volodymyr Zelensky, del capo dell’intelligence militare Budanov e del sindaco di Kiev Klyčko, per tenere alto il morale.

Qualcosa può cambiare

Foto AP

Gli analisti hanno provato a riassumere quali fattori influenzeranno di più questa nuova fase del conflitto nel 2023. Primo fra tutti il tempo meteorologico, con un cielo coperto che a differenza dell’estate rende più difficoltoso l’uso di certi droni, ma soprattutto con un suolo ancora fangoso.

La rasputitsa ha impedito ai mezzi pesanti di avanzare e consegnato l’iniziativa a fanteria in trincea e artiglieria, ma quando il fango ghiaccerà assisteremo all’intensificazione delle manovre. L’Ucraina si è dimostrata capace di avanzate fulminee come a Izium e potrebbe replicare quel modello nell’oblast di Lugansk.

Un’altra direttrice d’attacco potrebbe essere da Zaporizhzhia verso Melitopol per isolare via terra la Crimea. Sono oltre ventimila i soldati di Kiev già addestrati in Europa in questi mesi e la Nato ha dotato di uniformi invernali buona parte delle truppe ucraine.

Altri fattori che daranno il ritmo al conflitto sono l’afflusso di nuove ondate di mobilitazione dalla Russia, che riprenderà a breve con incerte conseguenze interne, e la capacità di produrre missili per continuare i bombardamenti. In queste settimane Francia e Germania hanno segnalato un’intenzione concreta di aiutare l’Ucraina con mezzi e armi pesanti, che sono necessari per la contraerea quanto per una controffensiva efficace.

© Riproduzione riservata