La missione dell’Agenzia atomica internazionale delle Nazioni unite è arrivata alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, nell’Ucraina occupata dalla Russia, nonostante minacce, blocchi stradali e bombardamenti. «Non ci fermiamo», aveva detto questa mattina il capo della missione e direttore generale della Aiea Rafael Grossi, aggiungendo che il suo gruppo è a conoscenza dei crescenti rischi per la sicurezza intorno alla centrale.

Grossi aveva spiegato ieri, al suo arrivo nella città di Zaporizhzhia, che l’obiettivo del team è stabilire una missione permanente alla centrale nucleare, la più grande d’Europa, per assicurarsi che le misure di sicurezza siano sempre rispettate e che non ci siano pericoli di incidente atomico.

Attacco o provocazione?

Il momento più teso è stato questa mattina, quando le autorità militari russe hanno annunciato che un gruppo di ucraini aveva attraversato il fiume Dniepr, che in quel punto segna la linea del fronte, con lo scopo di sequestrare la missione Onu e occupare la centrale nucleare.

Giornalisti presenti nella cittadina di Enerhodar, a poca distanza dalla centrale nucleare, hanno visto numerosi movimenti di truppe russe, con aerei ed elicotteri e colpi di artiglieria contro bersagli non visibili. Non è chiaro se si tratti di un vero attacco oppure di una provocazione. Anche alcuni blogger militari russi sembrano scettici che un sbarco sia effettivamente avvenuto.

Bombardamenti

Nelle stesse ore ci sono stati nuovi bombardamenti nei pressi della centrale nucleare, occupata dai russi fin dai primi giorni dell’invasione. Colpi di mortaio sono caduti abbastanza vicino all’impianto da far scattare i sistemi di sicurezza. Uno dei due reattori ancora funzionanti, il numero 5, si è spento automaticamente, ha fatto sapere l’autorità per l’energia atomica ucraina. Russi e ucraini si scambiano accuse su chi sia il responsabile dell’attacco.

© Riproduzione riservata