- Giuseppe Conte ha annunciato che per tutta la giornata di ieri gli iscritti al movimento hanno potuto votare a quali progetti destinare il fondo accumulato con le restituzioni dei parlamentari. Il voto andrà avanti fino alle 22 e la dirigenza grillina ha individuato nove associazioni tra le quali scegliere.
- Il cambiamento rispetto alle origini è sostanziale. Nel 2013, infatti, il frutto delle restituzioni confluiva direttamente nelle casse statali con un versamento sul fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, un ente pubblico collegato al ministero dello Sviluppo economico.
- La situazione ha iniziato a complicarsi prima delle elezioni politiche del 2018, con un servizio delle Iene che mostrava i dati delle mancate restituzioni, poi è peggiorata nel corso della legislatura, dopo le espulsioni e la scissione interna guidata da Di Maio, con l’addio di una sessantina di parlamentari.
A dieci anni dall’ingresso nelle istituzioni, i parlamentari del Movimento 5 stelle continuano con la pratica delle restituzioni di una quota dello stipendio. Sotto la stessa etichetta formale, però, il meccanismo è cambiato moltissimo dal 2013, quando per la prima volta sono stati eletti quelli che all’epoca venivano chiamati “portavoce”. Ad annunciarlo, nella fittissima campagna elettorale, è il capo politico Giuseppe Conte, spiegando che per tutta la giornata di ieri gli iscritti al movime



