La guerra in Ucraina agita le coscienze; non occorre esser filo-Putin per chiedersi se la strenua difesa di Zelensky dall'aggressione non rischi di allargare sempre più il conflitto, con esiti imprevedibili, comunque drammatici. A molti egli pare un esaltato che ci porta alla catastrofe.

Proviamo a indossare i panni dei realisti che, non lasciandosi fuorviare dal coraggio dei difensori, ritengono prioritario far cessare subito e comunque la guerra; hanno ragione a dire che essa continua perché gli Usa e i paesi Nato armano senza soste l'Ucraina, pur se meno di quanto essa vorrebbe.

È vero, questa riceve aiuti militari per miliardi di dollari, che sarebbe meglio investire in ospedali, istruzione o in lotta a quella corruzione di cui anche l'Ucraina soffre. Onde l'accusa agli Usa, non solo dai filo-Putin, di soffiare, guerrafondai, sul fuoco che tutti ci minaccia.

La guerra è davvero il male assoluto, ma diciamoci la verità; vogliamo la pace anche – alcuni soprattutto – per far cessare i danni che subiamo, soprattutto in Europa, finché i belligeranti ancora sperano di prevalere. Come ottenere, in concreto, di farli smettere?

Le opzioni in campo

Gli ucraini non saranno realisti, ma ritengono loro dovere difendersi dall'aggressione, anche a costo della morte di migliaia di persone, della distruzione di città e infrastrutture. Pure chi non lo considera un dovere dovrà almeno riconoscere il diritto; come conciliare il diritto-dovere degli ucraini e il nostro interesse di realisti europei?

È semplice, Zelensky accetti la pace che Putin detterà con la forza delle armi, e lo faccia perché ci conviene. A parte che l'esito è ancora da vedere, non essendo esclusa la sconfitta dell'invasione, anche nel mondo realista, se a qualcuno una soluzione dà vantaggi, mentre altri ne sopporta i costi, logica ed economia impongono che il primo indennizzi il secondo.

Dovremmo allora spingere l'Ucraina a capitolare, ripagandola del sacrificio. Un realista direbbe, ma sottovoce: scambiamo soldi contro dignità, a vantaggio del terzo aggressore.

Perché i fatti sono chiari, la Russia ha aggredito l'Ucraina, nessuno chiede una commissione d'inchiesta per appurare se davvero è andata così.

Per essere realisti, noi europei dovremmo dire agli Usa di pensare ai fatti loro, che ai casi nostri ci pensiamo noi. Già qui saremmo nel mondo dell'irrealtà, cosa grave per i realisti, si veda il lento progresso della Ue su politica estera e difesa comuni.

Poi dovremmo chiedere a Putin i suoi diktat, il che certo accade nei negoziati segreti. Quando li sapremo, dovremmo costringere l'Ucraina ad accettare, chiedendo cosa vuole in cambio; la promessa di un rapido ingresso nella Ue, soprattutto il risarcimento delle perdite, territoriali, economiche e di vite umane? Che tale posizione sia moralmente spregevole non interesserà i realisti, ma anch'essi ne converranno; essa è politicamente suicida.

I futuri invasori lo sapranno, basta minacciare di tirarla in lungo per veder accorrere i ricchi, disturbati nei loro traffici, a por fine alla guerra aprendo il portafoglio. Una polizza di assicurazione per garantire all'aggressore quanto si riprometteva; che Zelensky si dia pace, anche se ciò porterà altra guerra.

I realisti devono riprendere familiarità con la Storia, quella reale. Winston Churchill condannò così il suo premier Neville Chamberlain per il patto di Monaco nel 1938: «Potevano scegliere fra la guerra e il disonore, hanno scelto il disonore, avranno la guerra».

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