Putin parla con Francia e Germania

«La Russia è pronta a cooperare per trovare opzioni per sbloccare le esportazioni di grano, incluso l’export di grano ucraino dai porti del mar Nero». Così il presidente russo ha ventilato a Emmanuel Macron e Olaf Scholz segnali di apertura, aggiungendo anche che la Russia vuol resuscitare il percorso di colloqui negoziali con l’Ucraina, sul congelamento dei quali il Cremlino attribuisce la responsabilità a Kiev. «Servono negoziati seri e diretti», hanno puntualizzato Scholz e Macron.

Ad avviare la telefonata sono stati i leader francese e tedesco. La nota dell’Eliseo riferisce che i due hanno insistito «di nuovo sul fatto che la soluzione alla guerra deve essere negoziata tra Mosca e Kiev, nel rispetto della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina», e hanno perorato sia un cessate il fuoco che «uno scambio diretto con il presidente ucraino al più presto».

Il cancelliere tedesco e il presidente francese hanno chiesto al Cremlino il rilascio dei 2500 prigionieri di guerra dell’Azovstal.

Poi, Macron e Scholz «hanno insistito con Putin sull’urgenza di levare il blocco di Odessa per consentire l’esportazione di cereali ucraini dal mar Nero e di evitare così una crisi alimentare mondiale». Come ha reagito il Cremlino? Scholz e Macron «hanno preso atto della promessa del presidente russo di accordare un accesso delle navi al porto per l’esportazione di cereali senza che la cosa venga sfruttata militarmente dalla Russia se il porto stesso viene sminato a tal fine».

Come si procede, quindi, adesso? «Macron e Scholz invitano a proseguire i lavori con l’Onu, e resteranno in contatto sul punto».

I segnali di dialogo di Putin si accompagnano a una contropartita: «La fornitura di armi all'Ucraina da parte dell'Occidente rischia di destabilizzare la situazione e di aggravare la crisi umanitaria», è l’altra parte del messaggio che Mosca invia a Parigi e Berlino. 

Il leader della Lega e il viaggio a Mosca

Questa mattina in un’intervista a Rai Radio Uno Matteo Salvini ha precisato la sua intenzione di recarsi a Mosca. 

Il viaggio è certo? 

«Non ho certezze che ci andrò, ci è stato prospettato, ci stiamo lavorando ma non è un weekend a Forte dei Marmi, è complicato. Si fa se serve».

Da chi dipende la effettiva realizzazione del viaggio e quando si terrebbe?

«Potrei più comodamente come altri miei colleghi parlamentari o altri parlamentari passarmi il ponte del 2 giugno con i figli. Magari sarà così». Il 2 giugno può essere una data? «Non dipende da me».

Salvini è un membro del governo: a che titolo questa iniziativa? 

«Io sono piccolissimo. Non vado a nome del governo, è evidente. Ma vado rappresentando il sentimento della maggioranza degli italiani. Certezze di ascolto nessuno ne ha».

Le critiche di Letta e Meloni

Enrico Letta ha commentato l’iniziativa di Salvini definendola «naturale: va dove gli batte il cuore». Critiche alle quali il leader leghista ha risposto così: «Parlare con i governi è una iniziativa strampalata? Non vado mica a giocare a bocce, non vado mica a vedere il Milan. Si parla con i governi e le istituzioni». 
Le polemiche sull’iniziativa del leader leghista piovono pure dal centrodestra. «Salvini a Mosca? Non bisogna dare segnali di crepe in Occidente».

E Berlusconi?

Salvini parla di viaggi a Mosca, Meloni rinsalda la lealtà al fronte occidentale ammonendo contro «segnali di crepe in Occidente». E cosa fa Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, l’altro lembo della coalizione di centrodestra? Rivendica «con orgoglio» Pratica di Mare. In un post Facebook, scrive: «Venti anni fa il vertice di Pratica di Mare. Rivendico con orgoglio di aver dato all’Italia un ruolo da protagonista nella politica estera, in pieno accordo con i nostri alleati dell’Occidente, portando nel 2002 allo stesso tavolo George Bush e Vladimir Putin, gli Stati Uniti e la Federazione russa, per firmare il trattato che pose fine a più di cinquant’anni di guerra fredda».

La guerra dei missili 

Il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi di aver testato con successo il missile ipersonico Zircon, lanciato da una nave nel mare di Barents verso un bersaglio nel mar Bianco, e che ha coperto una distanza di circa mille chilometri. Lo Zircon fa parte della «nuova generazione di sistemi di armi senza rivali», per Putin. Non è la prima volta che un test simile viene realizzato: lo Zircon è stato lanciato già lo scorso anno, mentre il mese scorso è stata la volta del Sarmat, un missile intercontinentale a capacità nucleare.

Intanto la guerra dei missili va avanti anche sul suolo ucraino, dove il Cremlino annuncia di aver colpito posti di comando ucraini. E il governo di Kiev continua a ricevere armi dagli alleati, compresi i missili anti-nave Harpoon appena arrivati dalla Danimarca, oltre che artiglieria a lunga gittata dagli Stati Uniti. Kiev intende usare i missili Harpoon per difendere la costa ucraina, compreso il porto di Odessa.

La presa di Lyman e la pressione sul Donbass

Il fiume di Siverskyi Donets, il più lungo nell’est dell’Ucraina, è considerato strategico, anche dagli ucraini come loro linea difensiva. Questa mattina il ministero della difesa russo ha annunciato che Mosca ha il pieno controllo della città di Lyman, nell’est dell’Ucraina.

I resoconti del ministero della Difesa britannico indicano che la presa della città di Lyman, cruciale per la sua collocazione e anche come snodo ferroviario, prepara il successivo stadio dell’offensiva russa sul Donbass: «Nei prossimi giorni le unità russe nell’area si concentreranno sul tentare di forzare l’attraversamento del fiume. Per ora il loro principale sforzo resta nell’area di Sieverodonetsk ma una testa di ponte vicino a Lyman darebbe loro un vantaggio nella prossima fase dell’offensiva, quando Mosca cercherà di prendere le città oggi presidiate dagli ucraini nel Donetsk Oblast, Sloviansk e Kramatorsk».

Il Donbass tornerà sotto il controllo ucraino, promette Zelensky.

Le perdite russe

Secondo il bollettino stilato dalle forze militari di Kiev, sarebbero circa trentamila i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione. Stando a quanto riferisce l’agenzia Tass, il presidente Putin ha appena firmato una legge che elimina il vincolo massimo di anzianità per poter entrare nell’esercito.

Mosca avrebbe perso anche 207 aerei e 174 elicotteri, mentre 1.330 carri armati sono stati distrutti.

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