Il ritorno in Nazionale di Della Valle. «Un onore, ora sogno le Olimpiadi»

Il ritorno di Amedeo Della Valle nel nuovo corso dell’Italbasket. Giovedì scorso a Tortona la sconfitta 81-78 con l’Islanda, un inizio in salita per la qualificazione ai Mondiali del 2027, oggi è in programma la seconda sfida del gruppo D, non certo facile, in casa della Lituania. Il neo cittì Luca Banchi ha l’obiettivo di ridare slancio a una Nazionale che appare avvolta dal grigiore, far crescere una nuova generazione, affidarsi alla maturità dei veterani, veleggiare verso una possibile qualificazione ai Giochi di Los Angeles 2028. I cinque cerchi sono così tatuati nel cuore di Della Valle che la scorsa estate ha preso una decisione senza precedenti nella pallacanestro di casa nostra: ha scelto di giocare con l’Italia di basket 3x3. C’è chi lo ha considerato un sacrilegio. Ma come, il capitano di Brescia, il finalista dello scudetto, sceglie di giocare il basket dei campetti? A settembre agli Europei 3x3, a Copenaghen, Della Valle ha contribuito alla conquista della medaglia di bronzo, la prima in assoluto per l’Italia. In questa “strana” scelta c’è tutto l’acume e il cuore del trentaduenne Amedeo. Avrebbe potuto urlare ai quattro venti la delusione contro l’allora cittì Pozzecco che dal 2022 non lo convocava. Niente di tutto ciò. Della Valle ha preferito guardato oltre, arrivando ad aprire una strada. «Sono cresciuto senza avere mai pregiudizi. Ho fatto spesso scelte atipiche, credo che non ci sia una strada obbligatoria ma ce ne siano tante che possono portare a cose inaspettate. Per esempio, dopo gli anni belli a Reggio Emilia e l’Eurolega con Milano, nel 2020 ho deciso di andare all’estero, prima a Las Palmas (Gran Canaria) e poi a Podgorica con il Budućnost. Sono state due occasioni formative, soprattutto quella in Montenegro mi ha fatto crescere molto». Il miracolo underdog dei Campas: è “l’anno zero” per il basket 3x3 Il basket 3x3 andava al di là della sua immaginazione, dica la verità. Sì, vero. Ma quando Stefano Mancinelli, responsabile Fip dell’area tecnica 3x3, mi ha lanciato la proposta indecente mi ci sono tuffato. Prima motivazione assoluta, quella di rimettere la maglia azzurra. Determinante proprio il fatto che ci fosse il Mancio, perché lui ha ispirato la mia adolescenza. Ho anche ripensato al campetto di casa ad Alba dove ho imparato a giocare, tornavo quindi alle origini del playground. C’era poi la motivazione dei Giochi a spingermi. A Tokyo 2020 il basket 3x3 è diventato disciplina olimpica, mi sono voluto dare la possibilità di sognare una qualificazione per Los Angeles 2028. Il bronzo vinto agli Europei 3x3 come ulteriore benzina per alimentare la fiammella dei Giochi. C’è un però, adesso. Il nuovo cittì Banchi l’ha richiamata in Nazionale. Una rivincita? Da tre anni non giocavo con l’Italia 5x5, è un ritorno emozionante ma la parola rivincita non c’entra proprio nulla, anzi rovinerebbe questo momento speciale. Non ho mai pensato di aver chiuso il capitolo con l’Italia, sapevo semplicemente che con Pozzecco la porta era chiusa e non si sarebbe riaperta. Le scelte altrui vanno accettate. Come la chiamiamo, una ferita? È semplicemente una nuova vita. Banchi non mi ha mai allenato in alcun club, sono contento che da cittì mi abbia valutato per quello che faccio in campo tutte le domeniche, questo è il mio più grande riconoscimento e lo apprezzo. La maglia dell’Italia mi ha accompagnato in tanti momenti bellissimi, sin dalle prime convocazioni nell’Under16. Un allenatore giramondo per risollevare la Nazionale italiana: il basket secondo Banchi Nel 2013 era stato l’MVP nella medaglia d’oro conquistata agli Europei Under 20 in Estonia, poi nel 2015 l’Europeo dei grandi con l’Italia eliminata nei quarti dalla Lituania. Dovessi fare una top3, il momento più bello resta sicuramente quell’oro europeo con l’Under 20 a Tallinn. Il bronzo di quest’estate con la Nazionale 3x3 è stato fantastico. Come terzo scelgo la partecipazione all’Europeo del 2015 nonostante la medaglia sfiorata, a 22 anni stavo giocando insieme a Bargnani, Belinelli, Gallinari, i miei idoli, era un momento speciale. Come la mettiamo per il futuro? Nell’estate 2026 giocherà con l’Italia 5x5 oppure con quella 3x3? Non lo so, non ci ho ancora pensato. Sono bei problemi da avere… (ride, ndr). Un’Italbasket senza gioco, ma l’addio di Pozzecco non maschera l’assenza di leader e appeal Negli ultimi tre anni le enormi soddisfazioni con Brescia, di cui è il capitano. Eletto MVP della Serie A 2022, la Coppa Italia 2023 come primo storico trofeo, nella stagione passata è stato il miglior realizzatore italiano. Attualmente siete in testa alla classifica con la Virtus Bologna. Abbiamo trovato una stabilità ai vertici del campionato, la sfida ogni anno è cercare di rimanerci. Mi considero fortunato e felice, a livello personale con le persone a cui tengo e con la mia fidanzata Cristina. A livello agonistico mi sono opposto al luogo comune di chi mi giudicava solamente come uno specialista del tiro o mi rimproverava di non essere abbastanza fisico. Ho sempre cercato di combattere per diventare un giocatore che sa fare più cose. Mi fa piacere quando mi dicono che ogni anno sono riuscito a sviluppare sempre di più il mio gioco. Amo parlare con i fatti, dimostrandolo sul campo. Qual è il segreto di essere benvoluto da tutti gli appassionati di basket, senza distinzione di tifo? Per come gioca, per il suo tiro con il 40% da tre punti, ma soprattutto per la sua umanità. L’anno scorso a Natale in una diretta Instagram ha invitato alcuni tifosi a mangiare il panettone a casa sua. Non dimentico mai di quando ero piccolo, ai tempi della Fortitudo ero tifoso di Belinelli e Mancinelli, quando avevo un contatto con loro poi tornavo a casa al settimo cielo. Con questi piccoli incontri magari adesso io posso rendere felice qualcuno. In generale sono orgoglioso di essere benvoluto, perché mi percepiscono come uno vero, semplice. Lo sono anche nella vita, faccio le vacanze con lo zaino in spalla per conoscere meglio i luoghi e le persone. E forse molti mi riconoscono anche il fatto che mi sono sempre dovuto guadagnare tutto. All’inizio della carriera ero visto come il ragazzino predestinato che era andato a fare l’High School in America, che al college giocava in NCAA con Ohio State. Non rappresento il prototipo del giocatore, non sono sicuramente il più atletico, mi porto dietro da sempre il fatto di dover dimostrare qualcosa. Ma allo scetticismo non ho mai risposto con vittimismo, ho preferito continuare a impegnarmi. Tutto ciò mi ha fatto crescere, non solo nel basket ma anche nei rapporti umani. Trovo gratificante il fatto di apprezzare le cose perché te le devi guadagnare tutte. Lo trovo gratificante. Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Amedeo Della Valle (@amedv8) A proposito di giovani, perché in Italia faticano ad emergere? Dico la mia, manca la capacità di coltivare il talento nei club. Senza il talento creiamo ottimi difensori oppure, passatemi il termine, soldatini. C’è la concezione sbagliata di pensare: il talento o ce l’hai o non ce l’hai. Non è così. Prendiamo il mio caso, la mia arma migliore è il tiro? Vero. Ma non sono nato “imparato”, ci ho lavorato tutta la carriera in allenamento, in tante sessioni solitarie che nessuno sa. È questione di fame personale, ma anche di capire chi può essere importante nell’insegnarmi determinate cose. I suoi maestri? Lorenzo Pansa, mi ha insegnato i fondamentali nel settore giovanile della Junior Casale Monferrato. E Dejan Milojevic, scomparso prematuramente nel 2024. A Podgorica lui mi ha fatto davvero svoltare come giocatore, grazie ai punti di vista che mi dava. È nata una stella: l’Italia del basket ha i sogni in pezzi, ma si gode Niang Il suo ritorno con la maglia dell’Italia coincide con la designazione di Achille Polonara come capitano non giocatore, presente a bordocampo a Tortona. Un messaggio potente. A lui sono legatissimo, abbiamo giocato insieme a Reggio Emilia e in Nazionale, condiviso infinite cose dentro e fuori il campo. Vogliamo tutti che torni a essere Achille. Il nostro Achille. Perché lui è sempre parte integrante del gruppo Italia.