Dalla provincia al mondo intero. L’impronta di Andrea Stella sui successi della McLaren

C’è un italiano che ha cominciato a vincere alla Ferrari e che vince ancora adesso che la Ferrari arranca. Si chiama Andrea Stella, è nato a Orvieto 54 anni fa, sotto il segno dei pesci, ed è cresciuto con molti sogni giganti, del resto in provincia i sogni sono sempre più grandi che altrove. Sognando sognando, ma più ancora studiando e lavorando, Stella a dicembre di tre anni fa è diventato il team principal della McLaren, che ha appena vinto il secondo Mondiale Costruttori consecutivo in Formula 1. E punta anche al Mondiale piloti. Non siamo ossessionati dall’idea di trovare qualcosa di italiano nei successi degli altri, però la storia di Stella merita di essere raccontata dal principio. epa12277743 McLaren team principal Andrea Stella talks during an interview at the Formula One Hungarian Grand Prix at the Hungaroring racetrack in Mogyorod near Budapest, Hungary, 01 August 2025. The 2025 Formula 1 Hungarian Grand Prix is held at the Hungaroring racetrack on 03 August. EPA/ANNA SZILAGYIEPA Dalla provincia a Schumacher Andrea è figlio di Tonino, l’elettricista, e di Silvana, la fioraia. Viene su a Sferracavallo, il quartiere ai piedi della Rupe dove la gente prima di andare in centro dice: «Vado su a Orvieto». Il primo sogno è il solito: diventare un calciatore. Gioca nella Federico Mosconi, la squadra di Sferracavallo, è una mezzapunta, ma più che al pallone dà del tu alle stampelle, si fa male così spesso che a un certo punto cambia idea, lascia che sia suo fratello Alessandro, nato nel 1976, a fare il calciatore, arrivando fino agli Allievi nazionali della Ternana. «Andrea tecnicamente era inarrivabile, però io ero più forte», racconta oggi. I sogni cambiano. Andrea ricorda di averne avuti due: guidare la ruspa, o in alternativa fare il medico. Ma c’è sempre un punto di svolta nelle storie, e quello di Stella arriva la prima volta che assiste alla Castellana, la famosa cronoscalata di Orvieto: i bolidi che ruggiscono in salita accendono la sua fantasia, non se ne perde una. Comincia a collezionare riviste di auto, la sua cameretta di ragazzo è ancora tappezzata di auto e di poster. È leggendo quelle riviste che si accorge di un particolare: quasi tutti i tecnici più bravi nell’automobilismo sono laureati in Ingegneria aerospaziale. Il gigante dormiente dello sport: l’Indonesia è il nuovo Qatar Dopo la maturità al liceo scientifico Majorana di Orvieto, Stella va alla Sapienza di Roma, ovviamente Ingegneria aerospaziale. Lì conosce Michela Di Eugenio, che diventerà sua moglie e la madre dei suoi due figli, e nel 1997 si laurea con una tesi sulla scia di eliche. Quattro anni più tardi consegue il dottorato di ricerca in Meccanica con una tesi sulla fluidodinamica di fiamme, ma già dal 2000 è entrato nella Gestione sportiva della Ferrari, in Formula 1: prima come veicolista nella squadra test, dal 2002 al 2006 sulla monoposto di Michael Schumacher, con cui vince tre titoli mondiali, poi su quella di Kimi Räikkönen, con cui festeggia il quarto. Nel 2006, nel periodo in cui Valentino Rossi è anche tester per la Ferrari, Stella è il suo ingegnere di pista. Nel 2009 fa il salto e diventa ingegnere di pista, sempre per Räikkönen. Dall’anno dopo ha sempre lo stesso ruolo, ma cambia il pilota: Fernando Alonso. Quando lo spagnolo passa alla McLaren, nel 2015, Stella lo segue. E qui comincia la seconda parte della storia, quella che porta l’ingegnere di Sferracavallo a diventare team principal della scuderia inglese e a vincere due Mondiali Costruttori negli ultimi due anni. Benvenuto, giovane Kimi: ecco la vita da pilota che ti aspetta Papaya Rules Prima è costretto ad attraversare anche lui le tempeste che investono il team. Ma dopo quasi quindici anni di carestia, finalmente la McLaren di Stella trova la formula giusta. Il 5 maggio 2024 arriva il primo successo in un Gran Premio, con Lando Norris che a Miami dà 7 secondi a Max Verstappen. È in Florida che il resto del mondo scopre la formula di Stella, quelle che sono ormai famose come Papaya Rules e che l’ingegnere umbro spiega come se fossero l’uovo di Colombo. «Le Papaya Rules riguardano l'obbligo da parte dei nostri piloti di gareggiare senza correre rischi e con rispetto reciproco, senza contatti tra le nostre due macchine». Alla fine dell’anno arriva il primo titolo Costruttori dal 1998, quando la McLaren schierava Mika Häkkinen e David Coulthard e Stella era appena laureato alla Sapienza. Se nel 2024 era Norris a essere in corsa per il Mondiale piloti, quest’anno è Oscar Piastri ad avere più di una chance. Nella testa di un pilota: la palestra mentale dove si insegna la perfezione Ma questo non ha spostato di un millimetro le regole in casa McLaren. «È anche un aspetto filosofico: quando si hanno due piloti che danno il meglio e si studiano anche nelle telemetrie, il risultato complessivo sarà migliore. La McLaren è veloce anche perché è guidata da Norris e da Piastri, in questo modo. Non vogliamo compromettere i nostri principi in maniera eccessiva. E i nostri principi dicono che l'interesse della squadra viene prima di tutto». epa12432907 Third placed McLaren driver Lando Norris of Britain (front) hugs with McLaren team principal Andrea Stella after the 2025 Formula 1 Singapore Grand Prix at the Marina Bay Street Circuit in Singapore, 05 October 2025. EPA/TOM WHITEEPA Solido, rigoroso, umile, Stella non gioisce affatto degli affanni della Ferrari. E non si esalta mai più del dovuto, anche questo è uno dei suoi segreti. Ha imparato dai migliori, e ha messo da parte l’arte. «Stare tutto il giorno a pensare al successo non aiuta, quindi ci concentriamo su come creare le migliori condizioni». Si definisce pigro, a meno che non sia in ballo una partitella di calcetto, è tifoso della Juventus. Una volta alle matricole dell’università disse: «Ricordate: mai lodarsi. Mai fermarsi nella contemplazione di voi stessi. Pensare di avercela fatta, vuol dire essere già all’inizio del declino». Prendiamo appunti. Senna, Fellini e l’anarchia. Un lampo che si chiama Imola