la lite con lautaro e i (tanti) precedenti

Conte, eterno populista. Ma alzare sempre i toni funziona finché vinci

Durante Napoli-Inter di sabato scorso, l'allenatore del Napoli Antonio Conte è stato protagonista di uno scontro dialettico a distanza, con tanto di gesti poco eleganti, con Lautaro Martínez, suo ex attaccante quando allenava i nerazzurri (FOTO ANSA)
Durante Napoli-Inter di sabato scorso, l'allenatore del Napoli Antonio Conte è stato protagonista di uno scontro dialettico a distanza, con tanto di gesti poco eleganti, con Lautaro Martínez, suo ex attaccante quando allenava i nerazzurri (FOTO ANSA)

La scena con Lautaro, violenta e scomposta, riassume perfettamente chi è l’allenatore del Napoli oggi, un uomo che rifiuta con orgoglio, e forse con sdegno, l’epoca in cui vive. L’ex cittì della Nazionale continua a usare un lessico da campo di battaglia, fondato sulla sfida permanente: cerca un nemico anche dove non c’è. Eppure, come insegna Mourinho, considerare l’aggressività una virtù professionale funziona fino a quando il campo ti dà ragione. È il residuo di un calcio primitivo, declinato però nella sua accezione meno elegante

Minuto 62, lo stadio Maradona ribolle. Lautaro Martínez urla verso la panchina del Napoli: «Cagón», codardo. Antonio Conte lo guarda, serra la mascella e gli risponde urlando: «Ridi su sto c...». L’arbitro Mariani ammonisce il tecnico azzurro, i giocatori fanno da scudo, Dumfries spiega qualcosa a gesti e il pubblico ondeggia di rabbia e di esaltazione. I padroni di casa vinceranno 3-1. La partita, però, non resterà negli annali per i gol, ma per questa scena di teatro antico, violenta e scompos

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