Calcio e libertà di stampa

Il Brighton bandisce il Guardian dal proprio stadio, dopo le rivelazioni sul proprietario Bloom

Tony Bloom, proprietario del Brighton, ha fatto la sua fortuna proprio nel mondo delle scommesse online e come giocatore di poker professionista, fondando una società che realizza analisi statistiche sugli eventi sportivi tramite algoritmi innovativi (FOTO EPA)
Tony Bloom, proprietario del Brighton, ha fatto la sua fortuna proprio nel mondo delle scommesse online e come giocatore di poker professionista, fondando una società che realizza analisi statistiche sugli eventi sportivi tramite algoritmi innovativi (FOTO EPA)
Tony Bloom, proprietario del Brighton, ha fatto la sua fortuna proprio nel mondo delle scommesse online e come giocatore di poker professionista, fondando una società che realizza analisi statistiche sugli eventi sportivi tramite algoritmi innovativi (FOTO EPA)

I giornalisti del quotidiano britannico non saranno ammessi domenica all’Amex Stadium. Il motivo? Una loro inchiesta su un circolo privato di scommesse (secondo l’accusa anche sul calcio) che, attraverso dei prestanome, coinvolge il proprietario della società, che ha ricevuto un permesso speciale (e molto discusso) dalla Premier League, purché le puntate non riguardino le competizioni a cui è iscritto il suo club. E il caso potrebbe anche allargarsi ad altre squadre

Lo scorso fine settimana, i giornalisti del Guardian hanno scoperto di essere stati banditi dello stadio del Brighton, club attualmente ottavo nella Premier League, per un articolo pubblicato dal giornale relativo a un caso di scommesse che coinvolge il proprietario della società, Tony Bloom. Tutto è nato quando Ryan Dudfield, ex collaboratore di Bloom, ha presentato una denuncia al tribunale di Londra per dei mancati pagamenti che gli spettavano. Dudfield ha lavorato a un circolo di scommesse p

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