All’ultimo Tour de France spettatori in calo in quasi tutti i mercati, Italia compresa. In un anno il fenomeno ha vinto quasi metà delle gare a cui ha preso parte. Non esiste una tattica che gli avversari possono adottare. E l’assenza di incertezza è nemica dello spettacolo, in un’epoca in cui tutto deve essere più veloce per affascinare i giovani. L’ex corridore Modolo: «Una volta si accendeva la tv a 100/120 km dal traguardo, ora la si spegne». Il giro di Lombardia: lo sloveno ancora favorito
Siamo passati nell’arco di dodici mesi da un opposto all’altro: dalla sensazione di vivere nel momento più felice del ciclismo degli ultimi quarant’anni all’idea che le corse siano diventate improvvisamente noiose, o comunque scontate. Non è soltanto una percezione che si è impressa nei nostri cuori, ci sono i numeri ad appoggiarla. Gli ascolti televisivi dell’ultimo Tour de France hanno mostrato un calo generale in quasi tutti i mercati principali del ciclismo: Italia, Paesi Bassi, Belgio e la



