Volare in Australia per una partita di Serie A non è solo una trasferta ma una dichiarazione di intenti. Ma i giocatori, tranne qualche caso isolato, tacciono. E il loro silenzio sa di sudditanza. Invece, come accaduto in Spagna, dovrebbero far sentire la loro voce. Dovrebbero chiedersi, come ha fatto Jean-Marc Bosman nel dicembre del 1995, dove inizia il gioco e dove finisce la libertà
Il 15 dicembre 1995, la Corte di giustizia dell’Unione europea emise la sentenza Bosman. Fu, o sembrò, una rivoluzione. I calciatori da beni negoziabili divennero lavoratori liberi, con diritti simili a qualsiasi cittadino europeo, per quanto il lavoro sportivo (e in particolare quello del calciatore) possa essere assimilabile a un altro lavoro. Il potere dei club si ridimensionò e si aprì una riflessione sul rapporto tra sport, mercato e autonomia individuale. Trent’anni dopo, mentre la partita



