Drake Maye sarà l’erede di Tom Brady? La ricerca di eroi sportivi non risparmia il football americano

La storia dello sport (di ogni sport) vive anche di continui paragoni col passato. Si cerca, continuamente, il nuovo Usain Bolt nell’atletica o il prossimo Michael Jordan nel basket. O, ancora, un novello Ayrton Senna nella Formula 1. E che dire dei tanti paragoni con Diego Maradona che, nel corso degli anni, hanno visto bruciare sull’altare del paragone con el más grande i vari Diego Latorre, Ariel Ortega, Pablo Aimar e via dicendo? Non fa eccezione a questa ricerca di un nuovo eroe da idolatrare nemmeno il football americano, lo sport più amato e seguito al di là dell’Oceano Atlantico. Qui il Goat, acronimo che sta per Greatest Of All Time (per l’appunto il più grande di tutti i tempi) è quasi unanimemente considerato Tom Brady, capace di 6 conquistare titoli nazionali con i New England Patriots (più uno vestendo la divisa dei Tampa Bay Buccaneers). La solitudine dei giocatori di football americano tra danni permanenti e problemi economici Possibile sostituto Oggi, a pochi anni di distanza dal ritiro del quarantottenne quarterback nativo di San Mateo (California), la NFL (la lega professionistica americana) potrebbe aver trovato il suo sostituto in Drake Maye. O, almeno, questo è l’auspicio dei Patriots, la squadra per la quale il prodotto dell’università di North Carolina gioca come quarterback, la stessa posizione di Brady. Prima scelta della franchigia del Massachussetts nel 2024, terza scelta assoluta di quel draft, Maye ha avuto una stagione di alti e bassi lo scorso anno quando, a metà del campionato, venne elevato al ruolo di titolare. Quest’anno invece c’è stata una vera e propria esplosione. Nonostante qualche errore commesso, anche domenica scorsa contro gli Atlanta Falcons Maye ha postato buoni numeri: 19 passaggi completati su 29 tentati per 259 yards, due touchdown, un intercetto e una palla persa. Una prestazione che ha portato i Patriots alla vittoria (24-23) e ad un record di 7 vinte e due perse che li colloca al primo posto della AFC East. Niente male per un giocatore come Maye che, sì, era considerato un talento per via del suo braccio potente, in grado di lanciare lontano la palla, ma sul quale molti scout nutrivano delle perplessità relative alla sua capacità nel leggere e interpretare difese complesse come quelle che si trovano a livello NFL, molto più complesse di quelle che abitualmente si affrontano nel campionato universitario. E invece, in generale in questa stagione Maye ha già passato per 2.285 yard, con una percentuale di passaggi completati del 74.1 per cento per 17 touchdown, a fronte di appena 4 intercetti. Numeri resi possibili anche dal lavoro svolto da parte di Josh McDaniels, coordinatore dell’attacco già ai tempi di Brady. A questi dati devono poi aggiungersi quelli relativi alle corse. Maye infatti è un quarterback estremamente mobile, che non ha paura di esporsi ai colpi delle difese avversarie. Un’agilità che gli ha concesso di mettere insieme una media di 4.6 yard a portata (più di ogni altro giocatore presente a roster) e di realizzare altri due touchdown. Il tutto nonostante il fatto di essere stato placcato già 34 volte dagli avversari. Sei record del mondo in un’ora: quando Jesse Owens inventò lo sport dell’esagerazione Carattere e futuro Non sorprende, quindi, che Maye sia entrato prepotentemente nelle discussioni su chi potrebbe diventare l’MVP della NFL, ovvero il miglior giocatore della lega. Agli aspetti tecnici Maye aggiunge quelli caratteriali, necessari per giocare quarterback. E questo a cominciare dalla volontà di migliorarsi sempre, che caratterizza ogni atleta che ambisca ad entrare nel novero dei migliori di sempre. Sotto la guida del capo allenatore Mike Vrabel (in passato giocatore proprio della squadra bostoniana) Maye si sta rivelando un giocatore in grado di prendere, in qualche misura, il testimone lasciato Brady. L’eredità di quest’ultimo è talmente pesante che nessuno dei suoi immediati successori (i vari Cam Newton, Mac Jones, Bailey Zappe e Jacoby Brissett) è stato in grado di raccoglierla nel corso di questi anni. Forse però la ricerca è finita. Paragonare Maye a Brady è certamente prematuro in questo momento. D’altra parte, non si diventa il migliore di sempre dall’oggi al domani. Occorre continuità, ma anche la capacità, con le proprie prestazioni, di diventare un’icona anche al di fuori del campo. Solo il tempo ci dirà se Maye riuscirà a centrare questi obiettivi. Di certo questo è quello che sperano i tifosi di New England e, forse, anche la stessa NFL, sempre alla ricerca di nuovi eroi che contribuiscano a rendere popolare lo sport più amato dagli americani anche fuori del suolo statunitense.