Con l’ultimo di una lunga serie di record ai Mondiali di atletica, l’astista svedese dimostra una superiorità cannibalesca. Come il protagonista della saga tratta dai romanzi di Ludlum, sembra non patire rumore emotivo e nei momenti decisivi alza sempre l’asticella, letteralmente. Talento, ma non solo: ha bisogno di avversari degni per mostrare gli effetti del suo allenamento. Ma persino la Bourne family, di cui fanno parte anche Alcaraz, Pogačar e una leggenda dello sport italiano, non è invincibile
Terzo tentativo. Mondo decide che il suo omonimo (il mondo) lo vuole vedere ancora più dall’alto. Supera l’asticella a 6.30 e firma il 14° record mondiale dell’asta. C’è qualcosa di mistico nel suo gesto, è come se la sfida sia ormai fra lui e quel cielo nel quale penetra con armonia, quasi a volerne scoprire i segreti. Da 787 giorni non perde una gara. Non solo vince, ma trasforma i salti in una continua dimostrazione di una superiorità cannibalesca che poche volte si è osservata nella storia.



