Sul caso degli insulti sessisti di Folorunsho ha prevalso la narrazione patriarcale che trasforma la ferocia in foga competitiva, l’offesa in folklore. La rimozione del procuratore che ha chiesto il deferimento del presidente della Federazione sport invernali paralimpici Tavian, accusato dai dipendenti di decenni di vessazioni e minacce, è la prova che nella giustizia sportiva qualcosa non funziona
Non chiamatelo raptus, nemmeno in campo! Per la gravità dei fatti la trama che li unisce, più che da un filo rosso, sembra tessuta da una catena culturale dalle maglie grosse e pesanti. Cos’hanno in comune gli insulti sessisti di Folorunsho (liquidati come semplice effetto collaterale dell’agonismo spinto) con le parole del ministro Carlo Nordio (che evoca il dna a spiegazione scientifica della resistenza maschile verso l’emancipazione femminile) e, ancora, l’esternazione della ministra Eugenia


