Per le neuroscienze la spiritualità è un prodotto dell’evoluzione

Inchini, mani giunte, baci verso il cielo: c’è un mondo dietro i riti dei campioni

Succede spesso di vedere gli sportivi, prima o durante una prestazione, impegnati in gesti rituali che talvolta richiamano a una dimensione spirituale. Un vezzo folkloristico? Una superstizione primordiale che resiste al progresso? O, piuttosto, è il segno che anche nell’agonismo più esasperato l’essere umano è sempre alla ricerca di un “perché”? Non è solo una questione di fede, ma qualcosa che nasce dalla struttura stessa della mente umana per reggere la pressione, trovare forza, superare i propri limiti

Non di rado capita che, all’ipertecnologico e spettacolarizzato sport moderno, venga rubata la scena da frammenti di un linguaggio antico, non verbale, fatto di gesti rituali come richiami a una dimensione trascendente. Un vezzo folkloristico? Una superstizione primordiale che resiste al progresso? O, piuttosto, è il segno che anche nell’agonismo più esasperato, nell’apoteosi della corporeità sottoforma di movimenti perfetti, intrisi di avanguardia scientifica, l’essere umano è sempre alla ricer

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