Paralimpiadi, judo e adesso (forse) Milano-Cortina

Israele sì, Russia nì: lo sport verso l’addio al doppio standard. Mosca vede la fine dell’isolamento

Alexander Bolshunov, campione russo di sci di fondo. Ci si interroga sulla sua ammissione alle Olimpiadi di Milano-Cortina dopo la recente decisione del Tas (FOTO EPA)
Alexander Bolshunov, campione russo di sci di fondo. Ci si interroga sulla sua ammissione alle Olimpiadi di Milano-Cortina dopo la recente decisione del Tas (FOTO EPA)

A quasi quattro anni dall’invasione dell’Ucraina e dalla conseguente esclusione di Russia e Bielorussia dallo sport, le spinte per un ritorno di Mosca nel consesso olimpico sono sempre più forti. Il risultato è una totale confusione: gli esclusi sono stati già riammessi alle Paralimpiadi, nel judo e dopo la pronuncia del Tas potrebbe succedere lo stesso anche per Milano-Cortina. Decisioni, spinte anche dalla diversa posizione del Cio su Israele, in controtendenza con le richieste delle opinioni pubbliche mondiali

Il 20 febbraio 2022 si chiuse l’Olimpiade invernale di Pechino. Quattro giorni dopo i carri armati russi invasero l’Ucraina. Otto giorni dopo, il Comitato olimpico internazionale guidato allora dall’ex fiorettista tedesco Thomas Bach prese una storica decisione, portandosi dietro quasi tutte le federazioni mondiali dei singoli sport, calcio compreso: via Mosca, e la sua alleata Bielorussia, dallo sport. Una “raccomandazione”, questo il linguaggio usato, che non mancò di coraggio. Dire a un gigan

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